Regia di Giovanni Columbu vedi scheda film
A dodici anni dal bellissimo ARCIPELAGHI, Giovanni Columbu torna con la travagliata opera seconda SU RE, distribuita dalla Sacher Film di Nanni Moretti e tratta dai vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. I sacerdoti del Tempio, l’ultima cena, Giuda, il giardino dei Getsemani, crocifissione, morte e resurrezione di Cristo Su Re in lingua sarda. La sfida di Giovanni Columbu era ambiziosa e non semplice, i primi minuti sono intensissimi e folgoranti, egli (anche montatore) sceglie appunto un montaggio frammentato con dialoghi scarni e reiterati in cui si alternano le ultime fasi salienti di Gesù: le torture, i pregiudizi, i dubbi, le accuse sulla sua figura di profeta. Il taglio è sperimentale e primordiale con i fuochi ad illuminare volti arcaici e barbe austere. I paesaggi brulli e aspri del nuorese sono una cornice maestosa, gli attori non professionisti incantano, le nubi minacciose come prodromi di imminenti sciagure e la resurrezione è una scossa tellurica anche per noi spettatori. Ciò che lascia perplessi è che “la passione secondo Giovanni Columbu” si soffermi un po’ troppo sulle violenze perpetrate a Su Re (ricordando il cristo splatter di Mel Gibson), sulla cattiveria verbale di chi lo vuole morto (frasi sentenze feroci come le frustate), sulla sofferenza fisica piuttosto che quella interiore. Di spirituale non si avverte granché, come dire l’eccessiva stilizzazione della forma (il montaggio irregolare, lo stile filmico, la fotografia) e la coraggiosa scelta de sa limba divorano il risultato complessivo non facendo affiorare la sostanza. Quei minuti iniziali facevano presagire un miracolo che non si è avverato, non si è realizzato.
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