Regia di Giovanni Columbu vedi scheda film
SU RE si vive come una rappresentazione teatrale, nel quale si è invitati a partecipare
si sta addosso alla passione di cristo, come il velo passato sul suo viso su cui rimane impresso il volto.
si sente il sudore, si sente il respiro affannato e affannoso, si sentono le frustate senza vederne le ferite, se non attraverso i versi soffocati di dolore.
si sentono le spine che si conficcano nella sua testa, come le accuse, i giudizi, il tribunale che ha già deciso che dovrà essere ucciso.
si sentono, le coscienze degli aposto, traballanti come la telecamera, che con affanno chiedono insistentemente al cristo silente, se sono loro che tradiranno.
si sentono, pesanti come pietre scagliategli addosso, la sicurezza dei suoi accusatori, ritratti in una tonalità quasi monocroma, livida come membra morte in via di disfacimento.
si sentono le mani dei carnefici e le menti dei giudici, addosso a questo uomo che si proclama figlio di dio, mani pesanti, braccia avvinghiate attorno al suo collo, alle sue braccia e alle sue spalle, come per seppellirlo ancor prima di ucciderlo.
i corpi si muovono nel territorio pietroso sardo, fieri appartenenti e al contempo, alieni estranei in un mondo di cui si ha paura se non ammantandolo di fervida e violenta fede religiosa.
i visi sono ripresi in ombra e appaiono mostruosi ancor prima di non essere belli secondo codici e canoni, ma mostruosi perchè esternano ciò che alberga nelle loro menti e nei loro cuori.
oppure sono visi in primo o primissimo piano dal basso o di fronte ad indicare l'autorità insindacabile di chi giudica, anche quando con dubbi, dubbi che però vengono rivolti contro il cristo, come colpe che poteva evitarsi, non predicando il falso.
la durezza plastica della sentenza, senza esitazioni.
il pianto sommesso delle marie inquadrato e colorato di bianco e nero delle marie come nel compianto del cristo morto di niccolò dell'arca e infine il cristo, l'uomo, che accetta la sua passione non senza soffrire per le ingiurie nelle sue carni terrene.
un film che si tocca, che si percepisce, che quasi è lui che ti tocca attraverso lo schermo.
immagini che hanno il potere e il bisogno di risultare dolorose, ingiuriate, ma anche crudeli e impietose per come il cristo viene trattato, ma anche per come gli accusatori ne escono ritratti.
un film millenario, come le rocce dei monti sardi e senza tempo per tutte le sensazioni cinematografiche che ti turbinano attorno; dai titani di scott, ai fantasmi dei film più estremi di sokurov, e poi dreyer, herzog e perchè no, serie fantastiche ambientate in mondi alieni e impensati.
columbu ha immaginato una bellissima e potente PASSIONE cinematografica, e ha saputo richiedere ai suoi attori, più o meno professionisti, incarnazioni magistrali
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