Regia di Mario Balsamo vedi scheda film
Reale vs. immaginario, la vita non è un film e nessuno ha quella che vorrebbe. Eppure Mario Balsamo, con l’amico di sempre Guido Gabrielli, ha girato il mondo con la sana leggerezza dell’immortale, (in)seguendo il tempo finché questo non si è stoppato, ha aperto una parentesi dolorosa e li ha costretti a ripensare la propria idea di eternità. Immutabile è 007, nello smoking senza pieghe di Sean Connery: prendere le distanze dal mito oggi è più facile, perché con la maturità il percorso di Mario e Guido è inciampato nella malattia. Un’altra giovinezza non è un miraggio all’orizzonte della spiaggia di Sabaudia: adesso più di allora non sono come James Bond, ma le loro debolezze esposte alla mdp infrangono scogli emozionali che l’idolo di celluloide non avrebbe considerato. Non c’è salto senza rincorsa, e il documentario di Balsamo lavora sulla lentezza necessaria e salvifica della comprensione: parafrasando Gabrielli, piccolo editore attento e grande anima curiosa, la malattia non va combattuta come un’estranea. Il progetto è ricostruttivo di una memoria comune e di un sentire attuale che vive una biforcazione: da una parte l’irrequietezza di fronte a un’esistenza in ralenti, dall’altra la riscoperta energizzante dei tempi piccoli. Impressionati negli orologi e nei sassi, nelle conversazioni che dicono di oggi e di ieri con la stessa sensibilità. La caduta del mito, imbrigliato anch’egli negli acciacchi di un’impensabile vecchiaia, riconcilia con la precarietà del corpo illuminata dalla resistenza dello spirito.
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