Regia di Arnaud Desplechin vedi scheda film
Film biografico il cui titolo non dice nulla. Sceneggiatura dal romanzo Psychotherapy of a Plains Indian, di Georges Devereux. Protagonista (interpretato dall’efficace Mathieu Amalric (nel recentissimo Grand Budapest Hotel), insieme a un intenso Benicio Del Toro, del riuscitissimo dramma del francese Arnaud Desplechin. Vero e proprio percorso di psicoanalisi freudiana con tanto di interpretazione dei sogni. Molto più realistico e concreto rispetto agli eccessi e alle digressioni sessuali di A Dangerous Method (2011). Un’esplorazione attraverso la sofferenza che poggia le basi sulla passione antropologica. Ricognizione sofisticata tra le diverse etnie dei nativi americani. Un omaggio al popolo del cui nefasto destino gli Usa ancora oggi portano l’insanguinata responsabilità. Una vicenda di amicizia che, pur nella conservazione dei diversi ruoli, è scambio continuo d’informazioni ed emozioni da cui l’anima e la mente traggono giovamento. Rimando alla seconda guerra mondiale. Gli indiani combatterono e morirono esattamente come i loro vecchi sterminatori. Ma ancor oggi sono discriminati e soggetti a meschina diffidenza. Lungometraggio d’indiscutibile valore.
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