Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Un film dotato a livello di tecnica registica e di recitazione, con una storia inquietante e tutta basata sulla riflessione, sui risvolti psicologici piuttosto che sull'azione. Cosa volesse poi in realtà dire Bellocchio di preciso a me probabilmente sfugge. Non andrò a cercare in rete le soluzioni del giochino: troppo facile. Mi limito a dire come ho interpretato la situazione: i quattro fratelli sono quattro differenti lati dell'animo umano (razionale, irrazionale, sensibile, insensibile - ovvero ragione, sentimento e i loro due opposti), la madre è il retaggio parentale e sociale che l'irrazionale cerca di cancellare per ricostruirsi un'identità daccapo e in solitaria. E proprio la solitudine, l'individualismo sembra essere la riposta moderna alla questione esistenziale. Comunicazione di servizio a me stesso: il solo fatto che per questa recensione non mi sia potuto permettere di rimanere imparziale ed oggettivo vale una stellina in più.
Una madre cieca vive con quattro figli. Uno è ritardato mentale; il più grande invece ha la testa a posto e vuole andare a vivere con la fidanzata; Alessandro è infantile e nevrotico; Giulia è passiva e impotente. Nel suo incomprensibile delirio Alessandro elimina la madre ed il fratello scemo, poi un attacco epilettico lo finisce.
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