Angelo, professore universitario, vive a Trieste con la moglie Cora e il piccolo figlio Giovanni, sensibile bambino non vedente. La cecità di Giovanni ha spinto Angelo verso una profonda crisi personale, che gli ha fatto perdere di vista le cose importanti. Un giorno, però, da un passato in cui era impegnato socialmente riemerge l'ombra minacciosa di un transfuga del Kosovo in cerca della moglie e della figlia che lo costringe a confrontarsi con se stesso e con il suo ruolo di padre.
Note
Non mancano le buone intenzioni a Bisatti: quelle di un cinema intenso, che non semplifica a tema elementare i drammi della storia, che non ha l’arroganza di contenerli e comprenderli, ma li proietta sugli uomini. E ricorre all’interpretazione di non professionisti, a ellissi e sospensioni, a una struttura che non sia semplicemente causale, ma che cerchi il mistero dei volti, che incontri l’umanità dell’attore e inviti lo spettatore a indagarla. Un dispositivo pregevole. A parole. Ma la recitazione, purtroppo, non raggiunge una propria peculiare misura, i personaggi soffocano nel letterario, la modernità dell’arte lascia solo tracce di autorialità compiaciuta, i simbolismi sono banali.
Il piccolo Giovanni non è nato cieco. Ha perso la vista all’età di quattro anni, in seguito ad una grave malattia. Del resto la cecità è spesso una condizione che si acquisisce, da un momento all’altro, per l’improvvisa impossibilità di continuare a guardare avanti, verso il proprio destino, nei volti delle persone che si hanno di fronte. Angelo Devade consegna i giornali. Ma un tempo… leggi tutto
Nell’incessante movimento di una terra di confine, Trieste, la crisi di un nucleo familiare in frantumi.?Perché Angelo, il padre, professore universitario e fondatore di un’associazione di aiuto ai profughi jugoslavi durante il conflitto balcanico, ora è chiuso nella propria atarassia, consegna giornali la notte, lontano dalle cose del mondo. Ciò che opprime la sua coscienza è il… leggi tutto
Il piccolo Giovanni non è nato cieco. Ha perso la vista all’età di quattro anni, in seguito ad una grave malattia. Del resto la cecità è spesso una condizione che si acquisisce, da un momento all’altro, per l’improvvisa impossibilità di continuare a guardare avanti, verso il proprio destino, nei volti delle persone che si hanno di fronte. Angelo Devade consegna i giornali. Ma un tempo…
Nell’incessante movimento di una terra di confine, Trieste, la crisi di un nucleo familiare in frantumi.?Perché Angelo, il padre, professore universitario e fondatore di un’associazione di aiuto ai profughi jugoslavi durante il conflitto balcanico, ora è chiuso nella propria atarassia, consegna giornali la notte, lontano dalle cose del mondo. Ciò che opprime la sua coscienza è il…
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