Regia di Alan Clarke vedi scheda film
The Firm è uno dei migliori film che ho visto sul fenomeno dell'hooliganismo inglese, forse il migliore. Con uno stile molto asciutto, sovente documentaristico, analizza tale fenomeno prendendo spunto semplicemente dal quotidiano, riuscendo al contempo a descrivere un contesto più variegato di quanto si possa immaginare.
Il nocciolo della questione non è tanto una ricerca di riscatto sociale, perchè i singoli componenti della firm rappresentano a loro volta gruppi sociali etereogenei, uniti dalla fede per la propria squadra.
Il riferimento è chiaramente agli Intercity firm del West ham, ma in tutto il film non viene mai nominata una singola squadra di calcio. Alcuni di questi componenti non si può dire che sono marginalizzati, socialmente parlando, ma hanno dei lavori anche ben retribuiti, case che non sono certo dei tuguri.
La violenza quindi è una semplice valvola di sfogo fine a se stessa, creare scompiglio per le strade, menare le mani per il semplice piacere di farlo. Il calcio è soltanto un puro pretesto perchè lo stesso principio potrebbe essere applicato al rugby, al cricket o al campionato di freccette.
Oldman è bravissimo nel ruolo di protagonista: uno yuppie inglese dedito alla violenza pura, una condizione esistenziale schizofrenica che unita ad un contesto di fondo dominato dal thatcherismo, lo rendono un individuo molto più vicino al Patrick Bateman di American Psycho di quanto si pensi.
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