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3 casi di omicidio

Regia di David Eady, George More O'Ferrall, Wendy Toye vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 3 casi di omicidio

di Ethan01
6 stelle

Film a episodi di produzione britannica. Nel primo, il custode di un museo viene invitato da un misterioso individuo ad "entrare" all'interno di un dipinto esposto nella sala. Nel secondo, due amici inseparabili fin dall'infanzia si innamorano della stessa donna; quando quest'ultima viene uccisa sono entrambi sospettati dalla polizia. Nel terzo episodio, un politico, Lord Mountdrago, dopo aver ridicolizzato in pubblico il suo avversario Owen, inizia ad essere perseguitato da una sequela di incubi, in cui Owen a sua volta lo umilia pesantemente.

Prodotto bizzarro e pressoché misconosciuto, ma non privo di una certa dose di interesse. Come in tutti i film ad episodi diretti a più mani, il risultato complessivo non è omogeneo, ed è dunque inevitabile che la qualità dei singoli "frame" risenta di ciò.

Il primo episodio, diretto da Wendy Toye, è indubbiamente quello più bizzarro e surreale, caratterizzato da una dose di umorismo nero non indifferente, e interpretato in maniera convincente da Alan Badel (il quale appare in tutti gli episodi). Peccato solo che la regia sia piuttosto incolore. Il secondo episodio, diretto da David Eady, è il peggiore, sia per il piattume della messinscena che per la banalità e l'assenza di qualsiasi mordente all'interno della vicenda. E gli interpreti principali, cioè Emrys Jones e John Gregson, sono pessimi.

L'ultimo episodio, diretto da George More O'Ferrall e tratto da un racconto di W. Somerset Maugham, non risulta molto verosimile a livello narrativo, ma contiene una gustosa performance di Orson Welles e alcune sequenze piuttosto indovinate (ad esempio quando Lord Mountdrago al ricevimento si accorge di essere senza gonnellino).

Indubbiamente Welles (reclamizzato come se fosse il protagonista assoluto del film mentre in realtà appare solo nell'ultima mezz'ora) avrà accettato di partecipare a questa pellicola per ragioni squisitamente finanziarie, ma di fatto la sua presenza è il motivo di maggior interesse del film.

Leggenda narra che Orson Welles abbia iniziato a dare suggerimenti al regista il primo giorno di riprese, e che già dal terzo giorno aveva assunto la regia dell'intero episodio. E in effetti, esaminando ad esempio le sequenze oniriche, notiamo qualche traccia dello stile barocco e visionario di Welles, elemento invece assente negli altri due episodi, confezionati, come già detto in precedenza, in maniera piuttosto anonima.

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