Regia di Giuliano Petrelli vedi scheda film
Paralizzato dalla vita in giù, un uomo spia le performance erotiche del vicino. Tanto se ne appassiona da convincere sua figlia ad approcciare l'aitante amatore.
Giuliano Petrelli, opera prima e ultima: L'occhio dietro la parete è un thriller erotico che vorrebbe spingere il pedale sulla componente psicologica (le morbosità, le spinte libidinose, le perversioni dell'uomo apparentemente più insospettabile) di una storia francamente bolsa, che fa acqua da tutte le parti e che per forza di cose costringe il regista a ripiegare piuttosto su qualche siparietto licenzioso e sulle relative nudità come principali argomenti attrattivi dell'opera. Petrelli come sceneggiatore - al debutto anche in questo ruolo - è molto lacunoso, difficile dire se come regista faccia meglio o peggio; considerando che fino a quel punto era noto solamente come interprete (in poche pellicole, ma significative: per Florestano Vancini, per Giuseppe Ferrara, per Fernando Di Leo), viene da domandarsi come mai non si sia ritagliato almeno una particina davanti alla macchina da presa. Forse per rimanerne dietro con maggior concentrazione: ma il risultato non parla a favore di questa ipotesi. Fernando Rey come protagonista è, a questo punto pare evidente, sprecato (ma è anche la fortuna del film, che senza di lui risulterebbe ben più difficile a digerirsi); al suo fianco troviamo, fra gli altri, Olga Bisera, John Phillip Law e Joseph Jenkins, con Enzo Robutti in un personaggio marginale. Apprezzabile la colonna sonora di Pippo Caruso, ritmata e melodica nel segno dei tipici lavori per il cinema di genere nostrano di quegli anni. 2,5/10.
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