Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Gli anni 50' hanno consacrato Hitchcock come autore di culto presso il pubblico che accorreva al cinema per vedere i suoi film, mentre la critica era divisa in proposito, considerandolo comunque un grande regista d'intrattenimento mentre oltreoceano i critici dei Cahiers, esaltavano le sue opere come esempio di cinema in sintonia con la politica degli autori.
Nonostante fama e successo, il regista dopo non essere riuscito a mandare in porto il film No Bail the Judge che prevedeva come protagonista Audrey Hepburn per via di problemi inerenti a certe sequenze, si interessa ad un libro dai contenuti ancora più forti e scabrosi; Psyco. Nessuno studios vuole però produrlo e così Hitchcock fa da sé riducendo il budget al minimo (800.000 dollari... praticamente lo stipendio di un paio di divi dell'epoca), usando la troupe televisiva degli episodi della serie tv Hitchcock presenta e il bianco e nero per risparmiare e sfruttarlo per non incappare nella censura in certe sequenze cruente.
Il film è la quintessenza di Hitchcock, contiene al suo interno tutti i suoi topoi caratteristici ed i vezzi stilistici che danno una forte impronta cinematografica nella sperimentazione di sequenze efferate, consentendogli di spingersi così ben al di là di ciò che il codice Hayes imponeva, dandogli così una prima e decisiva picconata. Sin dall'inizio il regista abbraccia la modernità anni 60' con una scena di passione nel letto tra Marion Crane (Janet Leigh) e Sam Loomis (John Gavin), due persone non sposate nello stesso letto e per di più Marion indossa sempre il reggiseno.
La stasi è interrotta sa una ghiotta occasione, il furto da parte di Marion di una somma di 40.000 dollari affidatale dal suo datore di lavoro dell'agenzia immobiliare. Assistiamo alla fuga in macchina della donna verso non si sa quale destinazione, con la forte ansia che possa venire scoperta; l'angoscia sale sempre di più per via delle numerose inquadrature allo specchietto che mostrano le macchine dietro alla sua, sospettando così che il pericolo incomba su Marion, il tutto è accentuato anche dalle continue costruzioni mentali su cosa possa accadere quando il suo capo scoprirà il furto dei 40.000 dollari.
Una pioggia copiosa porterà la donna a sbagliare strada, ritrovandosi così al Motel Bates, gestito da un ragazzo esile e cortese di nome Norman Bates, il quale vive con la madre (che non gredisce la presenza della donna e si rifiuta di cenare con lei) da tempo invalida in una casa situata dietro l'albergo su una piccola altura. Il registro cambia nuovamente e passiamo da un thriller ad una sorta di horror, con quella inquietante casa sullo sfondo che sembra un qualcosa di stregato che nasconde chissà quale segreto scabroso.
Norman all'apparenza cortese, gentile ed innocuo, viene continuamente inquadrato dalla macchina da presa da un'angolazione bassa che cattura nell'immagine il ragazzo e gli inquietanti uccelli imbalsamati dal giovane, il quale ha questo strano e sinistro hobby, in pratica se la madre invalida è sospettosa, Norman invece è un essere nevrotico, inquieto e paranoico, rivelandosi legato alla madre di cui è mentalmente succube. Hitchcock ci spiazza nuovamente a questo punto, facendo morire la nostra Marion tramite l'omicidio sotto la doccia, dove il regista tramite una colonna sonora dai forti archi di violino e inquadrature da ogni angolazione, dà il senso della lacerazione cagionata dalle pugnalate, ed il vapore aqueo derivato dal calore della doccia, impedisce di avere una visione chiara del volto dell'assassino per via del fuori fuoco. Il sangue si immette nell'acqua per poi finire nello scarico della doccia, per poi avere una dissolvenza incrociata con l'inquadratura che arretra dall'occhio del cadavere di Marion.
Lo spettatore dell'epoca e anche quello odierno si sente spiazzato, Janet Leigh una protagonista e star di Hollywood che crepa a metà film? Com'è possibile tutto questo? E adesso? Semplice, nel giro di qualche minuto focalizziamo le nostre speranze su Norman, che rinvenendo il cadavere di Marion, decide di occultare il tutto per coprire l'omicidio della madre.
Da adesso in poi facciamo il tifo affinché il ragazzo non venga scoperto dalla polizia tramite l'interrogatorio dell'investigatore sospettoso che farà andare Bates sempre più in crisi, finché poi la questione riguardante il mistero della madre diventa troppo forte e quindi scarichiamo volentieri Norman al suo destino, affinché si faccia luce su questa donna misteriosa di cui sentiamo sempre la voce, però mai ne vedremo il volto. Ed i soldi? Un Mcguffin, un semplice espediente per mettere in moto l'azione, una volta giunti al dunque, i 40.000 dollari possono finire nel bagagliaio della macchina e sprofondare nella palude, perché non servono più, aumentando così l'ironia beffarda intorno a tale questione.
Costato 800.000 dollari Hitchcock incassò oltre 50 milioni al botteghino, ricevendo critiche divisive che innanzi al successo straordinario ai botteghini per via della violenza shock e dei temi morbosi, attirarono al cinema folle oceaniche per vedere questo film scandalo.
Certo, gli ultimi 5 minuti sono oggi datati e abbastanza fantasiosi nell'esporre questo tedioso e lungo spiegone che alla fin dei conti convince poco; forse sarebbe stato molto meglio per il regista dare una spiegazione visiva come il primo Dario Argento, che incartarsi in una soluzione di scrittura nella quale non è che fosse eccelso. La pellicola ebbe alcune nomination agli Oscar tra cui quella per la miglior regia venendo sconfitto da Billy Wilder; ora due parole in proposito, addosso al regista viennese sui video Youtube della premiazione degli oscar, viene buttata molta "cacca addosso", dal parer mio posso dire che il premio per la miglior regia essendo un premio prettamente "tecnico" che dovrebbe premiare l'uso del mezzo registico, sarebbe stato giusto dare l'oscar ad Alfred Hitchcock, invece per quanto riguarda il premio miglior film la vittoria dell'Appartamento resta giustissima, poiché la pellicola di Billy Wilder parte da una condizione individuale come quella di Psyco si può dire, ma a differenza di Hitchcock, che alla fine resta sul fattarello individuale senza che la vicenda del furto dei 40.000 dollari della donna abbia motivazioni "sociali", oppure che la questione Bates venga minimamente comparata a certe efferatezze compiute in un paese appartentemente limpido, ma nell'animo marcio, rendono tale film il solito gioco di tecnica che qui tocca altissimi livelli mai più raggiunti da altri film o registi successivi che vi si ispirano, ma tutto sommato incapace di farsi veicolo di una critica al sistema in cui Hitchcock comunque vi ci sguazza cercando lo shock non per disturbare lo spettatore, ma per fare trasgressivo ed ottenere così un passaparola per far venire gente al cinema, finendo con una spiegazione psicanalitica abbastanza contorta. Billy Wilder invece nell'Appartamento sfrutta questioni disdicevoli per fare un'invettiva sociale alla società, tramite i due protagonisti che sono degli sfruttati da un sistema che li ingloba, mastica e scarica quando diventano non più utili, creando un forte senso di disagio autentico nello spettatore, poiché vedibile nella vita di tutti i giorni. In conclusione non mi interessa sminuire Hitchcock (che con Psyco ha ben 4 film a 5 stelle), ma la mia concezione di cinema è Wilderiana, anche se come direte voi tutto il cinema successivo ha preso qualcosa da Hitchcock e nulla da Wilder (quanti registi "Wilderiani" dichiarati abbiamo? Zero), anche se il 95% dei post-Hitchcockiani per me sono meri tecnici della regia, che non fanno emergere nulla della sostanza dai loro vituosismi spinti (vedere il sopravvalutato David Fincher) e di registi tecnici a quel punto preferisco Orson Welles e Sergio Leone, che hanno al loro interno una forte carica anti-sistema insita nel loro cinema.
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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