Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Per la sua epoca fu probabilmente innovativo e all'avanguardia, visto il suo successivo divenire un riferimento per il genere. Diverse sono le sequenze rese immortali dal tempo e bene o male tutti le conosciamo. Ma il bello è proprio questo. Anche a distanza di così tanti anni, sebbene si conosca la storia a memoria, il film non perde una sola briciola del fascino e dei pregi che lo caratterizzano. Oggi potrebbe non sembrare più così originale nell'intreccio, eppure la tensione rimane comunque palpabile. Al regista sono sufficienti pochi istanti per riuscire a catturare l'attenzione, per costruire dal nulla una "gabbia" che tiene incollati alla sedia, senza possibilità di scampo. Le interpretazioni sono nella norma, ben bilanciate, senza eccessi sopra le righe. Ciò che conta è però l'artista e la sua tecnica sopraffina, che si evince dalle immagini che sceglie di mostrare, dal come le mostra e dal virtuoso accostamento con la musica. Insomma, non stanca mai e si riguarda sempre volentieri.
Marion, impiegata di una società immobiliare, fugge dalla città per raggiungere il suo fidanzato Sam, con quarantamila dollari sottratti a un cliente. Prima però di arrivare alla sua casa, si ferma a pernottare in un motel gestito da Norman, uno strano tipo di giovane oppresso dall'autoritario carattere della madre. Mentre sta facendo una doccia, prima di andare a letto, Marion viene uccisa. Preoccupata per la scomparsa di Marion, sua sorella Lila si reca da Sam per averne notizie...
Basta una parola: ineccepibile.
Norman Bates. Il suo ruolo forse più noto e celebre.
Marion Crane. Una delle sue apparizioni più famose.
Lila Crane. Senza infamia e senza lode.
Sam Loomis. Ordinario.
Notevole, come spesso accade nei film del maestro. Inquietante nel mettere ansia è l'orchestrazione di Bernard Herrmann, ottima in particolare quella con la preponderanza degli archi.
Assolutamente nulla.
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