Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Così come l'identità di Norman è scissa in due parti, altrettanto il film a metà si spezza e ricomincia, con un impianto completamente nuovo: se prima era la storia di una donna in fuga, ora diviene un thriller di detective, cadaveri e assassini. E, a loro volta, i due tronchi (uniti nel segno della tensione, come le due identità nel corpo di Bates) sono suddivisi a metà: la fuga e l'approdo al motel Bates - Perkins, il protagonista principale, compare soltanto dopo mezzora - e, nella seconda sezione, le indagini del detective e poi quelle della coppia di parenti, con spiegazione finale. Inutile qualsiasi commento su questo film: tutto è già stato detto, e pure più volte. E' un lavoro sulla schizofrenia innanzitutto, ma anche un racconto nero ed a tratti ironico ad opera del più grande autore di thriller mai esistito; le scene realmente mitologiche per il cinema si sprecano (l'accoltellamento nella doccia su tutte, ma sono davvero tante). Curioso come il ritratto di una persona mentalmente malata riesca qui magistralmente, mentre soltanto 4 anni più tardi Hitchcock rovinerà clamorosamente nel tentativo di analisi della disturbata personalità di Marnie.
Una donna in fuga con un malloppo rubato approda al motel Bates, gestito da uno strano ragazzo e dalla misteriosa madre che non compare mai. La donna scompare ed arrivano il fidanzato e la sorella, accompagnati da un detective, a chiederne notizie. Anche il detective sparisce improvvisamente nel nulla; la soluzione dell'intrigo è però alle porte.
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