Regia di Mario Soldati vedi scheda film
La vita ci mette spesso di fronte a delle scelte che potrebbero condizionare il nostro futuro in maniera rilevante.
Tutto sarebbe più facile se sapessimo già in anticipo che peso avranno sul nostro avvenire.
Purtroppo non ci è dato saperlo e quindi è chiaro che la voglia di tornare indietro ci assale quando ci rendiamo conto che le decisioni prese hanno fatto del male a noi stessi ed anche agli altri.
Rivivere il passato con l’indiscusso vantaggio di sapere già in partenza con quale strada si riescono a scansare i dispiaceri della vita, un sogno irrealizzabile che però non smetterà mai di esercitare il suo potere ammaliante.
I protagonisti del film di Soldati si rammaricano oltremodo per essersi comportati in determinate circostanze nella maniera sbagliata e vorrebbero tanto fare marcia indietro per non commettere gli stessi errori.
Ma purtroppo gli anni trascorsi non torneranno più, a prescindere dal fatto se siano stati radiosi o avvilenti.
Si deve per forza di cose guardare avanti con la consapevolezza che le vecchie ferite non si rimargineranno mai, capiteranno quei periodi in cui ritorneranno a darci fastidio.
Ed è proprio nei momenti in cui si rianimano che siamo più propensi ad analizzare i più piccoli particolari che hanno caratterizzato la nostra esistenza, parecchi dei quali avrebbero potuto farci vivere più serenamente se fossero stati interpretati in maniera differente.
Soldati trae spunto dall'omonimo romanzo breve di Moravia per meglio farci capire come sia facile sprofondare nel tormento quando ci si rende conto che una vita più lontana dai dispiaceri sarebbe stata possibile se solo si fosse agito con meno superficialità in certe occasioni.
Il romanzo e di conseguenza il film che si è ispirato ad esso, ruotano intorno ad i membri di una coppia sposata in crisi, che guardano incessantemente ad i tempi andati con lo scopo di individuare i motivi colpevoli di aver incrinato la loro unione, che in principio sembrava promettere bene.
Riusciranno a risalire alle cause che hanno finito per deteriorare il loro rapporto ed a indagine conclusa verranno trafitti in maniera poderosa dai sensi di colpa.
L'uomo si rammarica per aver badato troppo allo studio trascurando tutto il resto mentre lei di aver agito in parecchie situazioni in maniera troppo frettolosa con l'inevitabile conseguenza di legarsi a persone malevoli che approfittavano delle sue debolezze per ricavarne dei vantaggi personali.
Saranno in grado di passare sopra ogni cosa pur di mantenere in vita la loro relazione?!!! Probabilmente sì ma con i fantasmi del passato sempre pronti a risucchiarli nelle loro reti, da cui una volta caduti si fa fatica ad uscirne illesi.
La continua alternanza tra presente e passato viene resa possibile grazie all'uso dei flashback.
Lo stesso metodo veniva attuato nelle ''stagione del nostro amore'', un bel film di Vancini che, per la trama e la maniera con cui è stato strutturato, mi ha ricordato parecchio quello in questione.
''La provinciale'' è forse il film più raffinato e psicologico di Soldati ma anche quello più aderente alla realtà e quindi meno romanzato rispetto ad altri suoi lavori come ad esempio “malombra”.
Con una brava Gina Lollobrigida che va premiata anche per il fatto che ha recitato con la propria voce.
Supportato inoltre da un posato e riflessivo Gabriele Ferzetti e da Alda Mangini ,che ha avuto le competenze per rendere il suo personaggio, quello della contessa Elvira, davvero cattivo e diabolico.
Lo consiglio, è uno dei miei preferiti tra quelli diretti da Soldati.
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