Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Resnais non è mai stato un autore semplice ed in Providence dà dimostrazione di saper fare anche di meglio di quanto visto sinora; il regista francese vuole qui complicarsi (complicarci) la vita all'ennesima potenza mescolando sogno, realtà e fantasticherie di un anziano scrittore dall'ingegno ancora piuttosto vivido. In una sorta di delirio alla Lynch ante litteram, Resnais dà sfogo ad una nutrita serie di scene e scenari onirici, inverosimili, grotteschi che offrono allo spettatore una moltitudine di suggestioni e di spunti narrativi irrisolti (e fieri di essere tali). La differenza principale da un Hiroshima o da un Marienbad sta quindi nel ritmo: la trama è ricchissima di avvenimenti ed i personaggi, pur non tantissimi, sono decisamente vivaci; tutto questo anche se il filo logico spesso vacilla e Resnais sembra prenderci gusto nel gettare confusione su confusione. Ma, se un significato di fondo c'è, qual è? Bogarde protagonista efficace; sceneggiatura di David Mercer; questo Providence è stato spesso indicato come il miglior lavoro del regista, pellicola che fra l'altro si aggiudicò sette premi César. 7/10.
Un avvocato sostiene un'arringa contro un uomo accusato di aver ucciso un anziano licantropo in fin di vita, in una foresta. Tornato a casa, l'avvocato ritrova la propria moglie fra le braccia dell'imputato, che ha un invadente fratello calciatore di successo... Poi il risveglio dello scrittore che stava sognando tutto questo: è il giorno del suo 78esimo compleanno ed il figlio avvocato è venuto a trovarlo.
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