Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film
Kechiche si concentra con morbosità sui corpi dei suoi personaggi perdendo di vista l'anima e l'amore che dovrebbero condurci in una accettata e benedetta indipendenza dell'orientamento sessuale.
Ho visto questo film senza essermi documentato prima,senza quindi i condizionamenti della critica o delle opinioni di altre persone. All'inizio il film mi ha interessato, una storia sull'omosessualità,sul come possa essere ancora difficile in età giovanile accettarla, integrarsi e su come sia difficile accettare che l'amore non ha un sesso. Insomma c'erano sul tavolo parecchi aspetti da approfondire. Li ritroviamo anche nella seconda parte del film, in cui la divisione lascia a qualcuno il rimpianto di un appagamento fisico mai ritrovato e a qualcun altro l'illusione struggente di un amore che possa essere ancora vivo sotto le braci della disfatta. Troviamo la paura, la vergogna, ma non graffiano, sonno accenni passati nella sceneggiatura come per caso. Tutto sembra quasi essere da contorno alle generose scene di nudo e di sesso che risultano fini a se stesse. Se la venerazione del corpo può avere un senso quando rappresenta come nei quadri di Emma la personificazione dell'amore, non si può dire lo stesso delle lunghissime e noiosissime scene in cui le due protagoniste si accoppiano. C'è distanza tra l'amore e il sesso fine a stesso, e non metto in dubbio che le due protagoniste esprimano amore in quelle scene. Ma allo stesso modo non ho dubbi sul fatto che la regia e le inquadrature fossero fuori luogo. Dov'è che il cinema sconfina e diventa pornografia? Secondo me nel momento in cui non è più il sentimento che trascina i corpi a essere protagonista, ma la meccanicità del corpo umano e dell'atto sessuale a prendere il sopravvento. Non abbiamo primi piani di dettaglio, ma le scene in sé non aggiungono niente, si dilungano inutilmente e risultano fastidiose a lungo andare. Quindi non condivido l'entusiasmo della critica per questo film. La storia rimane in sospeso, con una grande sconfitta che non verrà mai accettata, con una stanchezza che porta sollievo ai titoli di coda. Tre ore di film riassumibili con risultati a mio avviso più entusiasmanti in due ore. Ma in effetti Kechiche tra la venere nera e questo film sembra manifestarci un morboso interesse verso l'organo sessuale femminile. L'altra fissazione che emerge è quella nei confronti delle bocche che mangiano gli spaghetti. Per carità, scava nella crudezza della realtà, ma senza un chiaro scopo diventa puro esercizio di stile o un velleitarismo d'autore. E tutto si perde in dettagli inutili di alcun rilievo. Meglio cercare altrove l'amore che non conosce il sesso dell'amato, ma solo l'anima che accomuna e unisce nei sentimenti due esseri umani.
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