Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film
Sorretta da magnifiche interpretazioni e da una regia attentissima, la pellicola Palma D'Oro a Cannes 2013 non può lasciare indifferenti. Vuoi per l'estenuante lavoro ai fianchi (mi si perdoni la metafora pugilistica) sotto il profilo dello scandaglio psicologico, emotivo e sentimentale della protagonista (Adele nel film come nella vita), vuoi per la disarmante schiettezza del linguaggio, anche corporeo, che sottopone a un tour de force di quasi tre ore il percorso amoroso delle ragazzine, poi donne, di cui si narrano più che le vicende, le scoperte, le passioni, i sogni, le utopie, gli interessi, le idee, le emozioni, le scelte. Lorebalda nella sua argomentatissima recensione cita i Dardenne: assolutamente d'accordo. La camera a mano di un ispirato (e al limite del voyeurismo) Kechiche, si incolla al volto e alle forme di Adele e Emma, portando in scena una storia coinvolgente, densa di significati, del tutto normale nella quotidianità a portata di mano dell'andirivieni dei moti del cuore. Intimo, intenso, coraggioso.
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