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La vita di Adele

Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su La vita di Adele

di GIMON 82
8 stelle

Il ritratto di una bruciante passione, "La vita di Adele" Palma d'oro dell'ultimo Festival di Cannes,è un opera vitale,estremamente "organica",composta di "pelle" e contatto umano.

La liceale Adele vive i primi tumulti amorosi,dopo un esperienza con un ragazzo incontra una misteriosa giovane dai capelli blu, svelando  orientamenti sessuali sotteranei.

Camera a mano e primi piani svolgono una funzione quasi cronachistica,Kechiche è ossessivo nella forma e nei contesti.

La passione travolgente tra le due ragazze è brulicante di affanni e contorni "anatomici".La regia sottrae spazio alla naturalezza degli eventi,diviene padrona d'un "surplus" fisico aggressivo.E' l'unica pecca d'un film poco misurato nella ricercatezza  del realismo estremo,che annulla cosi' la sincerita' dell'emozione.Tuttavia il ritmo scorre regolarmente,accompagnato da una buona fotografia,calibrata e potente,che narra perfettamente le palpitazioni d'un amore travolgente.

Adèle Exarchopoulos, Léa Seydoux

La vita di Adele (2013): Adèle Exarchopoulos, Léa Seydoux

Tra rimandi filosofici e letterari Kechiche riempie dei "vuoti" ellittici d'una vicenda con tanta "carne" al fuoco.Quella di Adele ed Emma è il fotogramma di una gioventu' che cerca "se stessa",senza aver paura della propria originalita'.Adele ed Emma come sinonimo d'una societa' nuova,sessualmente emancipata,svelata da minuti abbondanti di amore saffico che divengono padroni dello schermo.Come ribadito in precedenza alla "Vita di Adele" per essere un capolavoro dichiarato manca una spontaneita' registica.Kechiche nel mostrare scene d'amore opta per un taglio aggressivo,quasi invadente,non sceglie una delicatezza che avrebbe donato sensibilita' all'immagine.Una mancanza registica che toglie empatia alla storia,esagerando nel voler spiazzare lo spettatore,divenendo un quadro asettico,isolato dal resto,determinato "solamente" da due corpi caldi e affannati,esplodenti nel furioso piacere.

Adèle Exarchopoulos

La vita di Adele (2013): Adèle Exarchopoulos

Chiudendo questa breve parentesi su di un "difetto" registico,"La vita di Adele" resta un film imperdibile,dotato d'un magnetismo attoriale incarnato "organicamente" dalle straordinarie Lèa Seydoux e Adele Exarchopoulos.Trattandosi d'un opera che fa della materia "corpo" un "non plus ultra" è giocoforza ricorerre ad un duo attoriale perfetto,dai tratti somatici ammalianti,con la Exarchopoulos sensuale e timida nel contempo,carica d'un fascino accattivante che riesce a rapire lo spettatore.La Seydoux porta invece con sè le "Phisique du role"  da libellula dal "bacio saffico",piu' esperta e maliziosa dell'ingenua partner.

Kechiche si fa letteralmente carico del "corpo" delle attrici,lo plasma materializzandone la storia,esplodendo in carichi di piacere e simultaneamente suonando le corde del cuore.Il completamento dell'opera è dato dall'innesto significativo d'un  motivo "passionale".Un esondamento che analizza le passioni della vita,soffermandosi su dettagli gastronomici,artistici e letterari.Sovviene pero' un atavica difficolta' relazionale,legata anche alle differenze sociali tra le giovani.Adele rappresenta il candore fanciullesco di chi appartiene alla semplicita' della media borghesia.Emma dal canto suo è un artista circondata da amici radical ed intellettuali,artisti contemporanei,un rapporto "carrieristico" e burocratico che affievolisce la fiamma amorevole delle ragazze.Emblemtico ne è il ricevimento per una mostra di Emma che sancisce di fatto un "taglio" netto tra due mondi vicini nel cuore ma lontani nella cultura e relazioni pubbliche.

Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos

La vita di Adele (2013): Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos

L'ultima mezz'ora è carica d'un leitmotiv emozionale sincero,dal realismo puro,la parte che senz'altro ho preferito di piu'.

La vita di Adele oltre a raccontare l'organicita' del corpo,soffermandosi tra l'altro sulla forza dei "5 sensi",racconta le stagioni dell'amore.

Come ogni passione travolgente,vi è un alba,un bagliore accecante e un tramonto,Kechiche in questo lasso di tempo si "riscatta" dell'accecante fisicita' della prima parte,lascia parlare l'emozione,la rabbia,il dolore.

Sincera è la regia in questo contesto,con le due giovani che si tradiscono,si scontrano,si rincontrano,rievocando una bruciante passione che (forse) non si assopira' mai......

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