Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film
Due vampiri sopravvissuti nei secoli hanno, come è facile immaginare, la necessità assoluta di nutrirsi ogni giorno di sangue fresco e purissimo. Jim Jarmusch racconta in questo film che, oggi, questi strani esseri hanno smesso di azzannare, con i loro canini smisurati, il collo degli esseri umani per berne il sangue.
Sono forse vampiri politicamente corretti? Non direi: sono, invece, coscienti che, muovendosi nel mondo dell’informazione globale, se uccidessero gli esseri umani secondo quell’antica modalità, sarebbero esposti all’immediata persecuzione e alla definitiva sconfitta.
Si accontentano, perciò, di acquistare sacche di sangue fresco ogni mattina, fornito loro da compiacenti addetti alla sorveglianza di qualche reparto ematologico degli ospedali: così fa Adam (Tom Hiddleston) a Detroit.
Adam è l’eterno innamorato di Eve (Tilda Swinton), che abita a Tangeri dove riesce nascostamente a procurare del buon sangue fresco per sé e per il vecchio poeta Christopher Marlowe, detto Kit (John Hurt), colui che, secondo l’attribuzione anti-stratfordiana* accettata – così sembrerebbe – da Jim Jarmusch, è stato ricordato col nome di Shakespeare nei secoli.
I due innamorati, che all’inizio del film possono vedersi e adorarsi grazie all’uso di vecchi aggeggi tecnologici ricuperati in modo un po’ primitivo, si ricongiungono, infine, allorché Eve raggiungerà il suo Adam a Detroit.
La città è completamente morta; la crisi economica spaventosa l’ha privata dei suoi abitanti e ora, fra gli edifici scrostati e abbandonati, si aggirano zombi in cerca di fortuna.
Presto li raggiungerà Ada (Mia Wasikowska), la vampiretta – sorella di Eve – morta nel 1968 e arrivata da Los Angeles, territorio gremito di zombi. L'anno della morte spiega il suo comportamento da contestatrice un po' viziata e piena di pretese, che segue la moda della ribellione, come fanno quei giovani che frequentano i locali notturni underground per ascoltare il rock funereo che Adam esegue accompagnandosi con gli strumenti a corda più antichi, di cui è diventato collezionista.
Per l’imprudente e irriflessivo comportamento della giovane vampira, i due eterni amanti sarebbero stati presto costretti ad allontanarsi da Detroit, alla volta di Tangeri, che al loro arrivo mostrava un aspetto assai diverso da quello che Eve aveva conosciuto: la vecchia e gloriosa città era stata lasciata decadere nel degrado; i vecchi abitanti erano irrimediabilmente corrotti; il sangue umano negli ospedali non si trovava più, contaminato com'era da quello degli zombi, onnipresenti ormai sull'intero globo. Marlowe ne aveva conservato con ogni cura una piccola fiaschetta solo per loro, che nutrendosene goccia a goccia l'avrebbero esaurita in attesa di morire, come il vecchio poeta.
A meno che…
Il film si sviluppa sorprendendoci continuamente: svolte e inaspettati incontri, sorprese e fughe avventurose accompagnano la nostra visione, sempre molto gradevole per la leggerezza sorridente del racconto, realizzato con raffinatezza e con poetica attenzione ai due vampiri dai nomi biblici, rimasti gli unici umani riferimenti autentici nella quotidianità arida dei nostri giorni.
Senza avvedercene, infatti, viviamo fra zombi, finti uomini che non sanno sognare, e che, scambiando la tecnica con la scienza, ignorano che i più grandi scienziati erano soprattutto, non diversamente dai grandi poeti, audaci visionari!
Film da vedere, ricuperabile attualmente in streaming.
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*Chi vorrà approfondire l’antica questione dell’attribuzione (straffordiana o anti-straffordiana) delle opere di Shakespeare può trovare QUI una sintetica, ma abbastanza chiara spiegazione
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