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Solo gli amanti sopravvivono

Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film

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La recensione su Solo gli amanti sopravvivono

di chinaski
8 stelle

Le stelle nello spazio e il passare del tempo, l’universo si curva, il moto circolare di un volto, quello di un disco in vinile, un altro volto, un uomo, una donna. Divisi, ognuno nella propria casa, Adam e Eve,  si (ri)trovano a Detroit e a Tangeri. Adam è un musicista, malinconico, romantico, la sua abitazione è piena di strumenti musicali, apparecchi per la registrazione, amplificatori e mixer, le sue melodie, funebri, con suoni scarni e elettronici, lamenti metallici di vecchie chitarre, attraversano le epoche e tornano nel presente, diffondendosi intorno; Eve abita in un appartamento tra i vicoli di Tangeri (vogliamo pensare a Burroughs, a quando ha scritto Naked Lunch), tra pile e pile di libri, che riesce a leggere semplicemente scorrendo un dito sulle pagine. Adam e Eve sono due vampiri, si nutrono di sangue pregiato, si nascondono dagli altri, non mordono più colli per placare la loro sete e affrontano le notti come crepuscolari aristocratici, maledetti artisti bohémien, con gli occhiali scuri, l’andatura lenta, gli abiti provenienti dalle epoche più diverse.

Jarmush ci porta nella vita privata, intima, di questi due esseri fantastici, perché l’intera pellicola è un entrare all’interno di esistenze impossibili e perciò aperte a tutto quello che l’immaginazione può creare, la bellezza degli interni delle case, ricche di dettagli (una parete ricoperta con le fotografie di scrittori, artisti, musicisti), mobili antichi e tappeti; gli spazi esterni, quelli di Detroit, decadenti e notturni, metropolitani e solitari, gli stretti vicoli di Tangeri, le parole degli uomini per strada pronti a vendere le sostanze migliori, perché anche il sangue, così prezioso, assume le sembianze di una droga, nei suoi effetti, nella sua ricerca (anche se Addiction di Ferrara è altro), Jarmush rielabora così il mito del vampiro, in maniera ironica e personale, attraverso dissolvenze e rallentamenti, un ritmo ipnotico e avvolgente dove un umorismo nero e lunare prende forma nei sorrisi e nei discorsi, nelle azioni dei personaggi, percorrere il tempo e rimanere ancora uniti, a ripetere l’eterno gioco degli amanti, tra le rovine dell’occidente e i misteri delle stanze segrete di Tangeri.

 

 

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