Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film
Un mondo in disfacimento. L’ottusità degli uomini. La contaminazione della natura. Jarmusch fa del vampiro ciò che Hellman fece col west(ern): lo spoglia di ogni alone mitico. I vampiri di Jarmusch amano le scienze e le arti. Compongono musica e testi immortali, sono malinconicamente volti al passato, perché il presente è inaridito dell’uomo, che ha perduto il senso del bello. Adam cerca nella musica un conforto ai tormenti esistenziali, cui una pallottola di frassino può porre fine. Eve nutre un animo romantico con testi antichi. Marlowe ha attraversato i secoli disseminandoli di opere immortali. Oggi sono un poco più stanchi, la noia li attraversa, l’esistenza li schiaccia. La sola Eve nutre ancora curiosità, trae dall’amore del passato una speranza per il futuro. Ma il presente è una Detroit spettrale che ha trasformato un teatro lirico in un parcheggio. Metaforico e decadente, il film di Jarmusch è giocato tutto sulle atmosfere e sulle sensazioni, attraversato da musiche struggenti e disseminato da omaggi filmici e musicali. L’inizio è da antologia, la fine è nota, ma il buio che chiude l’ultima inquadratura è quanto di più luminoso ci sia nell’intero film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta