Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film
Film flemmatico ed elegante, dalle atmosfere ovviamente notturne e tenebrose, ha un ritmo un po' lento ed è certamente più affascinante che avvincente. Se la trama è molto rarefatta, tuttavia l'atmosfera deliziosamente languida e notturna che Jarmusch riesce a creare, merita certamente la visione.
Recensione aggiornata nell'agosto 2019.
Jim Jarmusch ha voluto affrontare da una prospettiva più originale il tema, ultimamente abusato e banalizzato, dei vampiri. Eve (la magnetica Tilda Swinton) e Adam (l'affasciante e tenebroso Tom Hiddlestone) sono una coppia sposata di vampiri, ma vivono separati, lui a Detroit e lei a Tangeri, finché la solitudine della loro condizione non spingerà lei a viaggiare verso l'America per raggiungerlo. In Adam la figura del vampiro si sovrappone a quella del rocker maledetto, appassionato collezionista di chitarre, procurategli da un fidato "zombie" (termine con cui i vampiri chiamano gli esseri umani) e grande artista che però, data la sua condizione, vuole evitare ad ogni costo la fama. Eve è invece una vampira intelligente coltissima, che chiama piante e animali coi loro nomi scientifici in latino, e che a Tangeri vive a contatto con un altro anziano e saggio vampiro che scopriremo essere il vero autore delle opere attribuite a Shakespeare. Questi vampiri del XXI secolo, anche per evitare di essere scoperti, non vanno più a caccia di prede umane da mordere sul collo, ma preferiscono acquistare sacche di sangue "di contrabbando" da un medico corrotto dell'ospedale cittadino. Solo la giovane ed indisciplinata Ava, sorella di Eve, violerà questa norma costringendo la coppia alla fuga verso Tangeri, dove però la necessità dovuta alle difficoltà di "approvvigionamento" costringerà anche loro a tornare alle antiche abitudini.
Film flemmatico ed elegante, dalle atmosfere ovviamente notturne e tenebrose, ha un ritmo un po' lento ed è certamente più affascinante che avvincente. Il suo principale difetto secondo me è che la trama è molto rarefatta, fino a risultare inconsistente. Tuttavia l'atmosfera deliziosamente languida e notturna che Jarmusch riesce a creare, immergendo l'opera in una semioscurità pervasa da una luce soffusa ed enigmatica, merita certamente la visione.
Fondamentali per creare l'atmosfera magica che avvolge il film sono le bellissime musiche, che alternano rock alternativo e sonate per liuto dal gusto barocco, nonché il fascino della musica araba, con l'ipnotica esibizone della cantente libanese Yasmine Hamdan sul finale.
Colpisce molto come Jarmusch raffigura le due città, entambe decadenti: ma Detroit, devastata dalla crisi economica, è un luogo che sta morendo, come il suo un tempo spledido teatro ormai degradato a parcheggio, mentre Tangeri è magica e sensuale, soprattutto nelle scene finali.
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