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Tracks - Attraverso il deserto

Regia di John Curran vedi scheda film

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La recensione su Tracks - Attraverso il deserto

di nickoftime
8 stelle

Il riflesso di una figura umana rovesciata si ricongiunge progressivamente con la sua ombra, proiettata su una strada polverosa ed arsa. Una luce abbacinante o forse i contorni indefiniti di una proiezione onirica impediscono di fare chiarezza su quello che vediamo. La sequenza iniziale del nuovo film di Jonh Curran rivela in maniera inconsueta ma emblematica la dimensione di incertezza e il deragliamento psicologico della giovane Robyn Davinson, passata alle cronache per aver attraversato il deserto australiano in compagnia di un cane e di tre cammelli. La vicenda realmente accaduta nel 1977 fu seguita e sponsorizzata dal National Geographic che documentò quel viaggio con fotografie, e successivamente, con gli scritti della protagonista, artefice di un'impresa ai limiti del possibile.

 

 

Di quella vicenda "Tracks" ricostruisce vicissitudini ed itinerario, utilizzando lo schermo come un diario di viaggio in cui annotare date, luoghi ed itinerari. In questo modo lo spettatore confrontandosi con un paesaggio sublime ma privo di riferimenti topografici riesce a rimanere coinvolto in un viaggio che al di là dei motivi esotici ed avventurosi, legati alla tradizione orale e letteraria, diventa la rappresentazione di un percorso umano e psicologico problematico, segnato all'origine da una perdita che il film non tarderà a spiegare, ma che diventa la ragione di una compensazione fatta di cadute e di resurrezioni mediante le quali sarà possibile afferrare il senso della vita.

 

 

Manierista e classico, John Curran è autore di un cinema che si rivolge al passato per rappresentare temi universali e sempiterni. Nel caso di "Tracks" però il gusto per la rappresentazione, testimoniato da una composizione equilibrata e plastica si nutre di senso grazie all’empatia delle interpretazioni (su tutti Mia Wasikowska in un ruolo che ne esalta il tratto aristocratico e scostante) e ad una visione complessiva che amalgama i rituali iniziatici connaturati con la scoperta ed il cambiamento a cui ogni viaggio induce – Robyn sarà costretta a sacrificare i suoi principi per mantenere in vita l'obiettivo finale - con la capacità di caratterizzare l’universo con cui la protagonista entra in contatto. Ed è proprio la verosimiglianza del dialogo tra l'inquieta ragazza e la famiglia allargata che finisce per seguirla in quell' impresa, a rendere concretamente il senso di condivisione e di ringraziamento che, per dirla alla maniera di “Into the Wild” a cui il film di Curran in qualche modo si ricollega, costituiscono il lascito di eventi come quelli accaduti a Robyn Davinson. Presentato all’ultimo festival di Venezia ed accolto tiepidamente dalla critica, “Tracks” è un film imperdibile per chiunque ami la vita.

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