Regia di Richard Linklater vedi scheda film
Epilogo deludente della trilogia dei "Before".
Prima o poi l'incanto doveva svanire. Già il secondo capitolo aveva mostrato un po' la corda, pur rimanendo fedele nella struttura e nella finalità alla geniale intuizione del capostipite della trilogia. Con Prima dell'alba Linklater ci aveva illuso di essere di fronte ad una coppia da fiaba. Quella notte lì era stata un istante di eternità, e probabilmente a conti fatti sarebbe stato meglio fosse rimasta tale. Dieci anni dopo avevamo ritrovato i nostri due più disillusi, più maturi, ma non ancora sconfitti dalla noia dell'abitudine. Il sogno di dieci anni anni prima si presentava a loro ancora intatto. In Before Midnight però i buoi sono scappati dalla stalla. Battibecchi alla Sandra e Raimondo; verbosità ripetitiva e triviale; un inabissarsi dei due protagonisti nel precipizio dei loro difetti, lui un allupato depresso, lei una bisbetica intrattabile. Con l'avanzare dell'età, sebbene siano appena quarantunenni, non è rimasto più nulla a mitigare le loro debolezze, non un brandello di romanticismo, non un volo d'immaginazione. Linklater non ha voluto bene ai suoi personaggi: ha preteso di costringerli ad una vita di coppia per la quale non erano portati. Ha ripudiato il cinema liquido ed idealizzato del "qui ed ora", suo vero marchio di fabbrica, per aderire ad una realtà sclerotizzata che sul grande schermo non ha (più) nulla da dire. La "macchina del tempo" con la quale Linklater chiude l'opera è un espediente narrativo patetico e tardivo per rimediare ad un vuoto oramai incolmabile.
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