Regia di Richard Linklater vedi scheda film
A distanza di diciotto anni dal primo incontro sul treno - 'Prima dell'alba' - e a nove dalla loro reunion a Parigi del 2004 - 'Prima del tramonto' - ritroviamo ancora una volta lo scrittore americano Jessie (Ethan Hawke) e la bionda francese, sempre carina ma appesantita nel fisico, Celine (Julie Delpy): stavolta lo sfondo è un'incantevole isola greca del Peloponneso, Jessie accompagna all'aeroporto il figlio maschio adolescente che sta per ritornare negli USA e uscendo, ad attenderlo c'è Celine, in macchina, con due bambine gemelle, che scopriamo dai dialoghi essere le figlie della coppia, che sta insieme da un periodo di tempo non meglio precisato, dopo il divorzio di lui ma che, vedendo l'età delle piccole sarà circa poco meno di dieci anni.
'Before Midnight' è il terzo capitolo - per il momento - di una trilogia che, con ricorrenza decennale ci fa conoscere l'evoluzione di quel rapporto, nato casualmente su un treno, prottrattosi oramai da un ventennio, con lunghe perdite di vista però tra una decade e l'altra. Avevamo conosciuto Jessie e Celine poco più che ventenni, li ritrovammo trentenni e ora da adulti sulla quarantina e accoppiati, con tutte le problematiche annesse e connesse, che sono per lui - ora scrittore affermato - i dissidi con la prima moglie da cui ha divorziato, che vive con il primogenito, che può vedere solo per brevi periodi di tempo, e per lei invece il fatto di aver dovuto rinunciare a una sua carriera professionale per fare da moglie e madre e non sentirsi pienamente realizzata.
Il cinema di Richard Linklater, visto anche il più recente 'Boyhood', è un cinema intimista che ha come tema fulcro di molte sue opere proprio lo scorrere del tempo e l'osservare i cambiamenti che questo elemento porta nelle vite dei comuni mortali: mentre in 'Boyhood' seguiva la vita di un individuo - nello specifico un bambino che, alla fine della narrazione, diviene un adolescente - di anno in anno, nella trilogia, al contrario, si analizza come evolvono due personaggi e il legame che si instaura tra loro, lasciando passare periodi di tempo molto lunghi - sempre dieci anni circa - e poi condensando tutto in opere la cui durata temporale del narrato è, al massimo, di un giorno o poco più.
La ricerca stilistica di Linklater, che a volte sfocia nel logorroico ma è comunque apprezzabile per la spontaneità del risultato, si può dire vicina ai metodi di Eric Rohmer, con lunghissime sequenze costituite da fiumi in piena di parole e discorsi incentrati non sui massimi sistemi, ma sulla vita di tutti i giorni, con dialoghi che passano con disinvoltura dall'impegnato al frivolo, con soggetti che si ritrovano o commensali attorno ad una tavola o immersi nella natura in una camminata.
In un cinema che fa della semplicità il suo fattore base, l'autore piazza comunque due pezzi di bravura, con due estenuanti piani-sequenza, che vedono entrambi Celine e Jessie al centro della situazione: il primo, ad inizio film, filmato con una camera-car di notevole perizia ed il secondo, a metà della narrazione, che segue i due in una camminata interminabile nella lussureggiante campagna dell'isola greca.
Strepitosi e molto affiatati Ethan Hawke e Julie Delpy (ma doverosamente da sentire in originale), i quali hanno, come del resto il precedente capitolo, anche contribuito alla sceneggiatura, insieme a Richard Linklater, ottenendo tutti una candidatura agli Oscar.
Voto: 7½ (v.o.s.).
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