Regia di Richard Linklater vedi scheda film
Ecco che succede quando il sogno diventa vita, come quando ripetiamo all'infinità una cosa bella e gradualmente perde significato. Jesse e Celine sono sposati, Jesse ha sacrificato la sua vita vera per un sogno destinato anch'esso a diventare reale, Celine ha accolto Jesse in Francia accettando i racconti privati che lui fa della loro vita nei suoi libri. Linklater affida a entrambi i personaggi una buona dose di difetti, destinati ad esplodere nella crisi che li colpisce in una camera d'albergo, in alcune ore prima della mezzanotte, in cui avverrà qualcosa che ancora non sappiamo, e che si scoprirà solo alla fine. Invitati con la famiglia a casa di uno scrittore, dove Jesse può esprimere le sue idee con dei colleghi letterati, entrambi vengono stimolati dalle discussioni nate a una grande tavolata, dove finalmente quello che normalmente si dicevano tra loro nei primi due capitoli viene condiviso da più persone, e l'argomento centrale diventa il rapporto di coppia, il lato amorevole, destinato a cadere con la fugacità, e il lato sessuale, che si dovrebbe rinnovare ma che non "fa" la coppia. E' proprio la componente sessuale, effettivamente, a scandire le differenze fra i tre capitoli: in Before Sunrise era assente, si faceva espressione di una naturalissimo rapporto di coppia, che era la giovinezza con i suoi sogni; in Before Sunset Jesse e Celine erano destinati a tornare insieme, e la componente sessuale si faceva verbalmente esplicita, discussa, onnipresente, quasi un abitudine scomoda ma necessaria; in Before Midnight i nostri protagonisti sono proprio sul punto di fare sesso prima di cominciare a parlare, a parlare, a riparlare, a ripetere il loro bla bla del passato, non per esprimere i loro sogni, le loro paure, il distante mondo reale che li circondava (e che in Before Sunset si faceva più opprimente, perché eravamo a casa di lei), ma per confrontarsi da un punto di vista adulto e maturo, in cui i sogni stanno ormai stretti. Le loro discussioni partono adesso dalla voglia di riaffermare loro stessi, dopo che per due interi capitoli avevano la voglia di entrare in simbiosi con qualcun'altro: nella disperata volontà di riconoscere sé stessi (gnothi seauton, come è scritto sopra il santuario di Delfi), si scordano di quanto fosse bello condividere piuttosto che pensare a sé stessi, cosa che è avvenuta a causa di un necessario processo di invecchiamento. Lo sforzo della coppia diventa dunque un altro, ricordare all'altro la propria identità, perché l'unità sentimentale è un'utopia irrealizzabile. Curioso a tal proposito l'ostentato e divertito pessimismo delle voci che percorrono la tavolata all'inizio del film, ogni rapporto sentimentale è destinato a crollare, a venire meno di fronte alle necessità vitali di ognuno di noi. Il terzo film della trilogia, che con alcune sequenze richiama alla memoria nostalgicamente le passeggiate a Vienna, si muove passando dalle rovine dell'Antica Grecia (quasi un passato scritto e deciso, che ha lasciato i suoi resti, in cui la Morte suggella l'amore) alla ricostruzione satura di geometrici spazi della camera d'albergo, secondo un climax ascendente che porta allo scoppio della crisi. Hawke e la Delpy riescono a tenere gli occhi dello spettatore affezionato fissi allo schermo e parlano in continuazione per più di un'ora senza stancare mai, nel vano tentativo di comunicare, di trasmettere tramite l'utilizzo delle parole (da Jesse scritte nei tanti libri autografati) la loro interiorità, le loro personalità, che entrano in contatto e si giurano fedeltà eterna. Un'eternità che spaventa, e che assurdamente dovrebbe rendere felici. Benché dallo scontro nella camera d'albergo sembra che si parteggi per Jesse, poiché tutte le nevrosi di Celine esplodono talvolta irragionevoli, le stoccate che Celine stessa lancia al compagno sono a volte tremende e infide, in grado di lasciare emergere il fallimento della di lui virilità e della sua identità artistica, che non riesce, nonostante tutto, ad attingere alla fantasia, e non fa altro che pensare e ripensare al tempo, a addossare a lei torti non suoi. Questo rende le psicologie dei due protagonisti, che amiamo seguire in tutte le loro evoluzioni "immobili", per cui loro stessi cambiano ma rimangono gli stessi, profonde e ben scalfite, a confrontarsi con una realtà che si sa da sempre che infastidisce ma di cui non smettiamo di lamentarci. Brillante, sagace, sempre tenero e riflessivo, Before Midnight accontenta abbondantemente le aspettative, passa tutto d'un fiato, batte anche Before Sunset e sa giostrare gioia e dolore con abilità uniche e che gli amanti della trilogia sapranno apprezzare per bene. Dopo l'alba, il tramonto e la mezzanotte la giornata è finita, che forse si voglia far risorgere questo Sole?
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