Regia di Richard Linklater vedi scheda film
Sono trascorsi ormai quasi tren'anni dal loro primo fortuito incontro (in treno, direzione Vienna, se non ricordo male) e da quel momento Jesse e Celine non hanno fatto che parlare, parlare, parlare, parlare,..... parlare (suonerebbe bene recitare questa constatazione alla Amanda Sandrelli nell'esilarante monologo di Non ci resta che piangere"). Parlare certo, per difendere le proprie scelte, i propri errori, le proprie ambizioni e in fondo alla fine l'amore contrastato ma forte e resistentre anche alle insidie più inaspettate di una coppia bella ma reale e realistica.
Certo tutta questa logorrea ha creato loro un bel numero di detrattori, che senz'altro sceglieranno di non partecipare a questa terza incalzante puntata delle vicende di una coppia che con cadenza ormai decennale ci aggiorna sulle proprie traversie e su come riuscire ad andare avanti nel mestiere quasi impossibile di consorte (e genitore stavolta). In fondo, più che Jesse e Celine, ormai seguiamo i due bravi attori Ethan Hawke e Julie Delpy che non possono che essere speculari ai due personaggi della finzione: li abbiamo visti freschi ventenni pieni di speranze ed ottimismo (ma sempre in guardia perché intelligenti e razionali), poi trentenni delusi e bastonati dalla dura realtà, incoraggiati da un destino beffardo e spiritoso che fa incrociare nuovamente le loro strade. Ora i due bei quarantenni sono una coppia con due bellissime e biondissime gemelle, sono in Grecia in vacanza da tutta l'estate (beati loro!!! lui scrive e filosofeggia smargiasso, lei lo critica e sogna di tornare al lavoro che tanto la realizza...ma intanto si terge nelle acque splendide del Peloponneso), e quando Jesse si reca in aeroporto per accompagnare alla partenza il proprio figlio quindicenne (avuto dal suo precedente matrimonio), ecco che un senso di ansia, come di colpa o di impotenza, subentrano in lui e innescano una serie di stati d'animo che, condivisi ed analizzati con la bionda bella consorte, esplodono in una crisi che non lascia molte speranze a chi si trovasse a scommettere sull'esito di una storia ormai decennale.
Il trio Linklater/Hawke/Delpy scrive molto bene una sceneggiatura che non può non racchiudere in sé, come dicevamo sopra, qualcosa di personale che i due attori pensano, condividono e vivono: il dramma della coppia in crisi si consuma lento tra le solite chiacchiere semi-serie (o semi-sciocche) a tavola a filosofeggiare sotto il pergolato assieme a commensali ancora più teorici e astratti che ne sparano davvero di grosse!
Ma quando la crisi esplode e l'astio disegna scenari irreparabili, che manifestano la loro più acuta drammaticità e determinazione soprattutto nel volto incattivito e alterato di una ancora splendida ma più vissuta Julie Delpy, in quel momento la svolta a filo del burrone ci prende e ci fa davvero paura e temere il peggio. E la storia di una coppia che naufraga fa sempre un pò impressione, perché ognuno di noi in qualche modo ha nel proprio intimo storie finite male o andate a disgregarsi anche per cose semplicemente non chiarite. E proprio quando i motivi sono meno concretamente consistenti ecco che la fine di una storia diventa ancora più drammatica perche è molto più difficile trovare una ragione che giustifichi e renda plausibile (od accettabile) un fallimento.
Annunciato, seppur non ufficialmente, come la fine di una trilogia, in realtà Before midnight ha tutte le carte in regola per essere la tappa mediana di una serie che, con cadenza decennale, ci farà conoscere lo sviluppo di Jesse e di Celine (ma pure di Hawke e Delpy), da splendidi cinquantenni, sessantenni e chissà cos'altro ancora. Insomma i detrattori sono avvisati, la strada è ancora lunga!
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