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Prova d'orchestra

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Prova d'orchestra

di Baliverna
6 stelle

MOLTE ANTICIPAZIONI SULLA TRAMA - E' un piccolo film grottesco, non perfetto, ma che Fellini riesce a far funzionare, perché appunto è Fellini. E questo benché sia ambientato tutto nel piccolo auditorium e in alcune stanze vicine. Una prima parte offre dei piccoli ritratti ironici degli orchestrali, tutti tipi diversi e abbastanza realistici. Il tratto che li accomuna è essere delle persone mediocri che però si atteggiano a grandi musicisti, o comunque persone intelligenti e superiori. Come sempre nei film di Fellini, ognuno ha un accento diverso, perché proviene dalle più svariate parti d'italia. Non mancano i soliti stranieri, specie con accento tedesco. Ognuno di essi è molto individualista: recrimina, avanza pretese, pone condizioni, compromettendo così la coesione e la riuscita dell'orchestra. Vi è anche un'indovinata satira del sindacalismo assoluto tipico degli anni '70, dove non si poteva neanche battere un chiodo o spostare di posto un dipendente senza estenuanti trattative col sindacalista della situazione. Anche questo è un agente di disgregazione, ed ecco che l'orchestra non riesce più neppure a suonare. L'orchestra sembra divenire l'immagine del mondo del lavoro e forse della società italiana tutta, litigiosa ed inquieta.
Qui il regista prende di mira le occupazioni e le autogestioni di quegli anni, piene di slogan e di proclami, perché l'orchestra organizza proprio qualcosa del genere, e il caos è incontrollabile.
E' il finale a lasciarmi perplesso, perché l'ho trovato un po' troppo metaforico, ermetico, e persino ambiguo. Il disordine totale porta al collasso e al crollo generale. Per un po' sembra che gli orchestrali siano rinsaviti: mettono da parte le dispute e le beghe, e riescono a suonare ordinatamente assieme. Ma ecco che fa capolino il nazismo... E' un invocazione dell'ordine, e assieme un ammonimento da certi tipi di ordine disumani? A ognuno di noi l'ardua sentenza. In ogni caso, torno a dire, la corda della metafora è qui secondo me un po' troppo tirata.
Un encomio al grande Oreste Lionello, che doppia il direttore d'orchestra. Come attore lo trovo mediocre, ma come doppiatore secondo me è stato uno dei migliori in assoluto.

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