Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Apologo allegorico su una società italiana in preda alla confusione in uno dei momenti più difficili della nostra storia recente, il film di Fellini non è, tuttavia, da interpretare in maniera troppo rigida e schematica: tirare in ballo la Destra e la Sinistra con le rispettive ideologie, come è stato fatto ampiamente, non è forse particolarmente utile in questa sede. Si tratta di un invito all'ordine e alla ricostruzione morale di una società in preda al caos, e non ci trovo alcuna deriva autoritaria o presa di posizione politica ambigua. In termini di spettacolo, però, mi sembra meno interessante di altre opere del Maestro riminese: efficace l'ambientazione e la concentrazione dell'azione in un solo luogo, ma la galleria di musicisti bizzarri risulta un pò troppo di maniera, così come le battute di dialogo sulle "qualità" degli strumenti suonano fin troppo scontate. E' un film destinato alla televisione, tematicamente non meno ambizioso dei capolavori precedenti, sicuramente un'opera sentita e importante per il suo autore, ma riuscita a metà per qualche eccesso macchiettistico (problema che si ritroverà in diverse opere della maturità dell'autore) e qualche sbandamento nel controllo della materia. Il finale con la rivoluzione sessantottina, il crollo della parete e il ritorno all'ordine mi sembra comunque ben girato e perfettamente coerente col discorso dell'opera; per quanto riguarda gli attori, sono quasi tutti non professionisti, generalmente ricchi di colore e col phisique du role adatto.
VOTO 7/10
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