Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Il sessantotto e le vicende politiche italiane che ne conseguirono, il tutto nell'ottica del Maestro riminese: le parti sociali sono come elementi di un'orchestra - e non è difficile immaginare perchè non si giunga mai ad un risultato concretamente armonioso. In un paese in cui il dialogo è ormai soffocato dagli strepiti, non sorprende la scelta di rifugiarsi dietro una metafora sottile per far venire in superficie uno stato d'animo travagliato come quello del regista; del resto Fellini stesso non ha mai negato questa intepretazione del film. Che durerà poco (ma una lunghezza ulteriore sarebbe stata certamente eccessiva) e sarà un lavoro di transizione, però pare inquadrare bene ciò che è il suo obiettivo ed offre momenti carichi di suggestione e le solite facce 'felliniane' a condire il tutto.
Le prove di un'orchestra in una chiesa sconsacrata procedono a rilento: alle difficoltà di comprensione fra i vari musicisti si aggiungono quelle di tutta l'orchestra con il direttore. Scoppia allora una rivoluzione: i musicisti insorgono, ma una palla di ferro da demolizione entra da una parete riportando clamorosamente tutti all'ordine. Le prove ricominciano, ma il direttore parla in un tedesco esagitato...
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