Regia di Dean Parisot vedi scheda film
Sequel sostanzialmente elaborato in maniera classica, si riprende tutto ciò che nel primo, fortunato, capitolo aveva colpito l’attenzione del pubblico, si lavora di accumulo (parecchie più location ad esempio), il cast sembra passato da una porta girevole, tra conferme, uscite e new entry, e tutto appare più (so)spinto all’ennesima potenza, nel bene e nel male.
Nonostante la sua ritrosia, Frank Moses (Bruce Willis) è costretto nuovamente a scendere in campo, assieme al collega Marvin (John Malkovich), quando la sua vita, e quella dell’amata Sarah (Mary-Louise Parker), sono messe in pericolo.
E’ infatti accusato di essere a conoscenza di un’arma nucleare dispersa da tempo immemore in Russia ed in tanti sono sulle sue tracce per impossessarsene che siano essi americani, inglesi o russi.
Si riprende la formula da action-comedy e si amplificano entrambi gli aspetti con quindi battute omnipresenti ed un ritmo indiavolato.
Inevitabilmente l’originalità perde quota, ma il divertimento, mainstream ma scanzonato, è assolutamente garantito, soprattutto grazie ad una gamma di personaggi che potrebbero tranquillamente ripetersi all’infinito, con il terzetto Frank-Marvin-Sarah autentico (esilarante) motore di tutto ciò che accade grazie anche al fatto che i tre, nelle loro diversità, si amalgamano senza alcuna difficoltà.
E diventa un po’ un film giramondo, si parte dagli States, si fa una cappatina a Hong Kong e poi ci si sposta in Europa (Parigi e Londra) per poi finire in Russia ed in ogni luogo si aggiunge un personaggio.
Il tono è sempre sovraeccitato, la firma fumettistica (DC Comics) si vede, ed aiuta a non intopparsi troppo nelle facilonerie proposte, effettivamente non si lavora di fino (a partire dal fatto che il mondo sembra piccolissimo visti gli spostamenti e gli incontri), ma si procede con enorme vigore aumentando vertiginosamente i tasselli che compongono il puzzle.
Ed è un film che poggia buona parte del suo potenziale sui personaggi e quindi sugli attori; Bruce Willis ritrova uno dei pochi ruoli piacevoli dei suoi ultimi anni al cinema (il buon Bruce si sta buttando via in tante operazioni evidentemente dollarose, ma povere), John Malkovich è tutto un tic paranoico e rimane un vero e proprio spettacolo comico in ogni suo dove, Mary-Louise Parker trova la (meritata) copertina, Helen Mirren quando compare è la ciliegina sulla torta (tra eleganza e spirito omicida), Anthony Hopkins gigioneggia grazie ad un personaggio mutevole (e per lui insolito visto il contesto “ridi e spara”), Catherine Zeta-Jones si intrufola tra Frank e Sarah, mentre Byung Hun Lee fa quel che meglio gli viene cioè un gran casino tra colpi di arti marziali e di mitra.
Insomma, pur non mancando i difetti, come una certa facilità d’ingaggio e più volte una credibilità quasi assente (a partire dalla morte prematura di Marvin il cui trucco non ci viene svelato), si trova anche il modo migliore per passarci sopra, ovvero lasciando un tempo quasi nullo di reazione, grazie ad una comicità incalzante ed a scene d’azione in ripetizione continua, il tutto condito dai divertiti interpreti che si inseguono, e susseguono, dall’inizio alla fine con gran dispendio di sorrisi.
Scatenato e scapestrato.
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