Regia di Dean Parisot vedi scheda film
Humour e adrenalina, dialoghi puntuti e azione iperbolica. Gli ingredienti sono gli stessi del 2010. C’è perfino del romanticismo (stile Bruce Willis, mescolato al candore estroverso di Mary-Louise Parker), oltre a un lunare John Malkovich. La differenza sta nel regista: il primo Red era diretto da Robert Schwentke, mentre stavolta c’è Dean Parisot (Galaxy Quest, Dick & Jane. Operazione furto e tanta tv, anche buona) che sposta l’equilibrio tra generi e atmosfere in favore della commedia. Sparatorie, inseguimenti, implausibili prodezze balistiche e marziali sembrano quasi un contorno, un inevitabile dazio da pagare al genere (fumetto adattato al cinema, un po’ Ocean’s Eleven e un po’ I mercenari). L’ex agente della CIA Frank Moses, con la sua improbabile squadra (in cui milita anche Helen Mirren), stavolta è alla ricerca di un ordigno nucleare. Inutile dire che sulla sua strada trova un po’ di tutto: sicari, terroristi, complottisti. Il cast all-star del primo episodio ha perso Morgan Freeman, Richard Dreyfuss e Karl Urban, guadagnando in compenso Anthony Hopkins, Catherine Zeta-Jones, David Thewlis e Lee Byung-hun. Al di là della trama risibile, le scene d’azione più o meno riuscite (più meno che più), la spy story e la sua parodia, spicca la svagata performance di Bruce Willis e John Malkovich, che mentre lottano, amano virilmente, dialogano argutamente, sembrano persi in qualche inaccessibile pensiero (tipo: ormai ci sono, magari ci faccio pure).
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