Sullo sfondo delle cronache d'Italia dal secondo dopoguerra fino al 2005 si svolge la lunga storia d'amore tra Carlo Dagnini (Flavio Parenti) e Francesca Osti (Micaela Ramazzotti). Nonostante le diverse classi di appartenenza - lui figlio di un commerciante benestante (Christian De Sica) e lei di un operaio dell'Arsenale ex immigrato e donnaiolo (Andrea Roncato) -, sin dal primo incontro nel 1948 i due sono destinati ad amarsi per tutta la vita: si sposeranno, diventeranno prima genitori e poi nonni, superando crisi e disillusioni.
Note
Fiction televisiva in sei puntate, realizzata per la Rai.
Apprezzabilissima, come sempre, la misura e la "verità" di Pupi Avati. Mi dispiace tanto aver perso la prima puntata e non vedo l'ora di rivederlo tutto dal principio. Nel frattempo mi godrò le prossime puntate.
Potremmo chiamarlo “Avati Touch”, ma forse è più intrigante il termine “avatismo”. Cos’è l’avatismo? È un mistero. O meglio, è una cosa talmente evidente da essere inspiegabile. Un film di Avati si riconosce subito: i (mezzi)toni, le (mezze) luci, il ritmo (medio), i temi, un registro medio insomma. Un autore, magari un… leggi tutto
Francesca, figlia di un operaio, e Carlo, figlio di un commerciante, si frequentano suscitando un certo scandalo: ma siamo nell'immediato secondo dopoguerra e solo la tenacia dei due consentirà loro di riuscire a sposarsi. Presto arriveranno anche i figli e, attraverso i decenni, i due giungono alle nozze d'oro, cinquant'anni di matrimonio, e a diventare nonni.
Due anni di pausa… leggi tutto
Francesca, figlia di un operaio, e Carlo, figlio di un commerciante, si frequentano suscitando un certo scandalo: ma siamo nell'immediato secondo dopoguerra e solo la tenacia dei due consentirà loro di riuscire a sposarsi. Presto arriveranno anche i figli e, attraverso i decenni, i due giungono alle nozze d'oro, cinquant'anni di matrimonio, e a diventare nonni.
Due anni di pausa…
Potremmo chiamarlo “Avati Touch”, ma forse è più intrigante il termine “avatismo”. Cos’è l’avatismo? È un mistero. O meglio, è una cosa talmente evidente da essere inspiegabile. Un film di Avati si riconosce subito: i (mezzi)toni, le (mezze) luci, il ritmo (medio), i temi, un registro medio insomma. Un autore, magari un…
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Commenti (1) vedi tutti
Apprezzabilissima, come sempre, la misura e la "verità" di Pupi Avati. Mi dispiace tanto aver perso la prima puntata e non vedo l'ora di rivederlo tutto dal principio. Nel frattempo mi godrò le prossime puntate.
commento di mokia