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Attacco al potere - Olympus Has Fallen

Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film

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La recensione su Attacco al potere - Olympus Has Fallen

di supadany
6 stelle

Classico prodotto muscolare con poca materia grigia, ma tanta virulenza, che riporta in auge il sapore dei film degli anni ottanta con un eroe implacabile solo contro tutti, con un’ambientazione ottimale qual è la Casa Bianca (tra l’altro negli stessi mesi utilizzata anche da “Sotto assedio” di Roland Emmerich) che sollecita la partecipazione, soprattutto nel cuore degli americani.

Con un’azione roboante, un gruppo di terroristi nord coreani conquista la Casa Bianca e prende in ostaggio il Presidente Benjamin Asher (Aaron Eckhart) con l’obiettivo di controllare le armi nucleari americane.

Ogni reazione governativa fallisce, l’unica possibilità rimane legata al nome di Mike Banning (Gerard Butler), una volta responsabile della sicurezza del Presidente, ed ora in cerca di riscatto.

 

Rick Yune, Aaron Eckhart

Attacco al potere - Olympus Has Fallen (2013): Rick Yune, Aaron Eckhart

 

Antoine Fuqua dirige un action-thriller vecchio stampo e che picchia duro, sia per il sovra voltaggio dell’azione che per lo sfruttamento di punti sensibili agli americani, notoriamente molto patriottici e legati ad alcuni simboli, qual è per esempio la Casa Bianca (ma anche una torre che crolla non può che far pensare alle Torri Gemelle).

Si tratta di una vera e propria mattanza tra le stanze della residenza dell’uomo più potente del mondo, che si rinvigorisce con una messa in scena indubbiamente spinta all’esasperazione, questo a partire dall’attacco iniziale con una carneficina non indifferente, ma che offre molto dal punto di vista dello spettacolo più rudimentale.

Il ritmo è ovviamente sospinto alla massima velocità e questo permette in qualche modo di non far lievitare troppo alcune mancanze, tra motivazioni abusate, rapporti da recuperare, vite da salvare ed ovviamente l’impossibilità che un uomo solo possa fare ciò in cui l’elite dell’intelligence fallisce completamente.

In questo senso, le pecche si manifestano soprattutto nel momento della resa dei conti, quando la tensione, fin lì tenuta a livelli sufficienti (anche perché ad ogni livello Mike trova un ostacolo nuovo), dovrebbe esplodere e che invece soffre di uno sguardo troppo ingenuo di fronte al rischio di una distruzione di massa (con tanto di countdown all’ultimo secondo …).

Un film un po’ tronfio, d’altronde ciò era prevedibile, che sui concetti chiude gli occhi e schiaccia il pedale dell’acceleratore (e del sangue), che si avvale di un cast sterminato, ma poi sfruttato solo per i ruoli chiave, con un Aaron Eckhart con poca personalità (per la figura di un Presidente si poteva pescare assai di meglio) e con Gerard Butler che ricorda, non solo per i muscoli, gli eroi anni ottanta ed al contrario del collega rientra nella ristretta schiera di attori che per il suo ruolo potevano andare bene.

Risultato quindi all’insegna del convenzionale con i più standardizzati pro (grande senso dell’azione e moltitudine di uccisioni senza pietà) e contro (encefalogramma poco movimentato) del caso.

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