Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Negli stessi giorni in cui il Premio Pulitzer viene vinto da Il signore degli orfani di Adam Johnson, primo romanzo americano ambientato in Corea del nord e realizzato dopo anni di ricerche, fa un certo effetto trovarsi di fronte ad Attacco al potere - Olympus Has Fallen, blockbuster catastrofico in cui proprio i coreani danno l’assalto a Washington e sono dipinti come in altre occasioni è toccato ad alieni, russi o jihadisti, spietati assassini capaci di far fuoco sulla folla e sequestrare addirittura il presidente. Il cinema commerciale americano è davvero incorreggibile: patriottico e superficiale, si mette in ridicolo per i suoi incubi sempre uguali interpretati ogni volta da attori diversi e al tempo stesso si fa ammirare per come sa cogliere l’aria dei tempi. Si tratta ovviamente di stare al gioco, di aderire agli stereotipi del thriller d’azione – i monumenti distrutti, i sequestratori che dettano condizioni, l’agente in crisi (Gerard Butler, anche produttore) che salva baracca e burattini – o di rifiutarli e al massimo riconoscere qualche merito, come in questo caso la dinamica dell’attacco all’Olimpo del titolo, che dal cielo scende in strada e arriva fin dentro la Casa Bianca. Un’escalation di ferite simboliche che fa pensare a un vero e proprio rito di espiazione collettivo: solo che stavolta, di fronte a un nemico più spaccone che pericoloso ci si chiede quanto autentica sia la famigerata paura che un film come questo dovrebbe in teoria esorcizzare.
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