Regia di Christian Duguay vedi scheda film
Dignitosa narrazione della vita del Santo, anche se la parte preponderante del film riguarda la fase della sua vita precedente alla conversione. Bravo Preziosi, ottima la Guerritore nei panni della madre, grande l'Ambrogio di Giordana.
A distanza di molti anni dalla uscita, ho finalmente visto questa dignitosa narrazione della vita di uno dei pilastri della Chiesa, con inevitabili semplificazioni e banalizzazioni. Si racconta soprattutto il cammino di Agostino dall'infanzia alla conversione, lasciando all'ultimo terzo del film l'Agostino cristiano. Alcuni episodi sono fantasiosi ma plausibili, rendono il senso di alcune fasi della sua vita, altri invece mi sembrano inventati di sana pianta (lo dico da modesto conoscitore della biografia, potrei sbagliarmi); insomma, qualche passaggio mi pare francamente troppo romanzato. La vecchia versione di Rossellini era senz'altro più aderente alla realtà storica, a cominciare dalla scelta dell'interprete, un nordafricano quale era lui. Poi certo il Maestro indugiava pure in dibattiti teologici improponibili per il pubblico di oggi (o almeno questa è l'opinione di chi produce questi film; personalmente credo che, come al solito, si tratta di vedere come si propone un argomento). La regia dell'esperto Dugarry è molto professionale, punta sull'uso della steadicam, che permette qualche ripresa meno ingessata rispetto allo standard televisivo. L'Agostino di Alessandro Preziosi è nel complesso convincente: la sceneggiatura, come detto, dà molto spazio all'Agostino peccatore, forse temendo di fare un santino indigesto, ma devo dire che l'attore mi pare dia il meglio proprio quando abbandona i panni dello scettico oratore, cinico e ambizioso, per vestire quelli del convertito, e non era facile. Nel finale il testimone del personaggio passa all'anziano Franco Nero, un po' rigido ma sempre bravo. Molto intensa la madre Monica della Guerritore (mi rendo conto solo ora dell'omonimia...), magari non è l'attrice più simpatica del mondo ma il suo talento è indiscutibile. Però la vera sorpresa del film è Andrea Giordana, un grande Sant'Ambrogio, carismatico, impetuoso. Non posso dire di conoscerlo bene, ma da quello che ho visto si direbbe uno degli attori più sottovalutati e mal utilizzati dallo spettacolo italiano. Il commento musicale di Andrea Guerra è gradevole ma ossessivo, qualche pausa silenziosa avrebbe aiutato ad evitare l'effetto melodramma, ma si vede che è chiedere troppo.
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