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We Are What We Are

Regia di Jim Mickle vedi scheda film

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maurizio73

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La recensione su We Are What We Are

di maurizio73
5 stelle

Alla morte accidentale della moglie, il signor Parker rimane da solo con il figlio ancora piccolo e le due figlie già adolescenti a cercare di sbarcare il lunario con l'attività di Camper Parking di famiglia. Quando il coroner locale però scopre che la signora soffriva di una precoce malattia prionica, lo mette in relazione con la misteriosa scomparsa di numerosi concittadini,tra cui sua figlia, ed il segreto atavico che sembra riguardare le raccapriccianti abitudini alimentari della famiglia Parker.
Piuttosto che ricalcare le atmosfere da dramma sociale del soggetto originale del messicano Jorge Michel Grau,dal cui film è tratto questo remake a stelle e strisce, l'affiatata coppia Jim Mickle & Nick Damici ('Stake Land' - 2010) ripropongono le inquietanti atmosfere di una provincia americana che sembra celare, dietro il paravento della rispettabilità e della normalità domestica, gli inconfessabili orrori di una tara familiare quale inalienabile retaggio di una tradizione storica legata alla frontiera ed ai suoi miti di conquista e di sopravvivenza in territori impervi ed ostili. Affascinato dalle atmosfere uggiose di un'ambientazione che ricorda il paesaggio post apocalittico del film d'esordio, Jim Mickle ritorna a giocare con le contaminazioni western di un horror che si addentra negli oscuri territori di comunità rurali dove vigono le leggi degli uomini e la legge di Dio e dove la malintesa ritualità di una tradizione religiosa condivisa (The Holy Bible e le sue proverbiali formule liturgiche) viene declinata nel rispetto ossessivo di un'eredità atavica ('la mia Bibbia') legata alla sopravvivenza stessa del nucleo familiare: dall'antropofagia all'autonomia alimentare dei componenti più giovani addestrati all'uopo alla caccia ed alla macellazione. Pur lontano dalle perversioni slasher di 'Non aprite quella porta' e piuttosto vicino alle contraddizioni etiche di una famiglia di vampiri girovaghi nell'america dei nostri giorni ('The Hamiltons' - Mitchell Altieri, Phil Flores - 2006) , il film di Mickle si sposta sul doppio binario di una tensione drammatica basata sulla detection del 'Van Helsing' di turno (un medico condotto locale in 'conflitto di interesse') e sui dilemmi esistenziali di un'adolescenza in fiore 'voracemente' determinata a porre fine alla sanguinosa scia di sangue e di orrore di una anacronistica tradizione familiare. Nonostante le buone premesse il film sembra arenarsi nelle dinamiche un pò statiche dell'intrattenimento televisivo e su acune banalità del montaggio che non riscattano nè la discreta prova degli attori (su tutti le due giovani protagoniste femminili) nè l'ottima e livida fotografia di Ryan Samul, volendo sorprenderci con un finale esemplare quale simbolico contrappasso di un'inevitabile scontro generazionale. Malsane abitudini alimentari nella valle dell'Hudson.

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