Regia di Vittorio Moroni vedi scheda film
Kiko (Manaloto), immigrato di seconda generazione che vive in Friuli (ma buona parte del film è girata a Bolzano), figlio di una vedova filippina (Morillo), ha un culto per il padre (Oliva), morto in un incidente stradale, e un'avversione per il pragmatico compagno della madre (Fiorello), che lo vuole costantemente in cantiere impedendogli di dedicarsi allo studio. Le cose cambiano quando nella vita di Kiko irrompe Ettore (Colangeli), amico sconosciuto del padre ed ex professore che riesce ad appassionare il ragazzo alla conoscenza con modalità completamente diverse da quelle apprese a scuola. Tra i due si stabilisce un legame che, alla luce di alcune scottanti rivelazioni di Ettore, si farà assai sofferto e contraddittorio.
Al suo quarto lungometraggio (il terzo di fiction), Vittorio Moroni incrocia ambientazioni (il nord-est) e temi (il lavoro operaio) dei due precedenti lavori di finzione (Tu devi essere il lupo e Le ferie di Licu) facendone un racconto di formazione nel quale si inseriscono alcune sottotrame che rimangono aperte alla fantasia dello spettatore (la bisessualità di Ettore, l'appuntamento annuale tra l'uomo e il padre di Kiko). Il tutto viene avvolto da una confezione così accurata da rasentare l'oleografia.
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