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Il sale della terra

Regia di Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado vedi scheda film

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La recensione su Il sale della terra

di mm40
3 stelle

Sebastiao Salgado, fotografo brasiliano: una vita spesa a documentare e raccontare gli angoli più remoti e le civiltà più arretrate del mondo.

 

Avete presente gli spot di Save the children? Bambini denutriti, persone malate, civiltà arretrate nei più remoti angoli del mondo, musiche mielose di sottofondo, una voce off calda e suadente che, con stratagemmi di psicologia spicciola, invita a mandare soldi al più presto; ecco: togliete l'invito a inviare denaro e aggiungete un bianco e nero fastidiosamente patinato, eccessivo nella sua pulizia che contrasta in maniera violenta con le immagini crude scattate da Salgado e oggetto del documentario di Wenders. Poco meno di due ore così, questo è Il sale della Terra: un lavoro interessante nei contenuti e sbagliato nella forma, rilevante negli argomenti e ridicolo nella messa in scena: caldi, scottanti i primi e gelida la seconda. Peccato. Salgado è - nel 2014 in cui il film esce - probabilmente il fotografo (in vita) più celebre e ricercato del pianeta; Wenders uno dei massimi artisti (in vita) della cinematografia mondiale; attendersi qualcosa di più da questo film era inevitabile. Purtroppo però il cineasta tedesco, date le tematiche in ballo, sceglie di puntare tutto sul patetico, sulla banalità da vetrina, modus operandi che adotta con fortuna da molti anni e che lo ha aiutato ad ampliare esponenzialmente il suo pubblico; ma fra l'elementare, elegantemente ingenua poesia da quattro soldi de Il cielo sopra Berlino (1987) e questo documentario su un fotoreporter impegnato, 'civile' come Salgado, c'è una distanza abissale e non si può certo cospargere entrambi i prodotti dello stesso strato di caramello sperando di ottenere due prodotti egualmente appetibili. In scena compare anche lo stesso fotografo, chiamato a parlare di sè; il figlio Juliano Ribeiro Salgado collabora alla regia e alla sceneggiatura, in quest'ultima affiancato da David Rosier e dallo stesso Wenders. 3/10.

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