Regia di Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado vedi scheda film
Fotografare, nella sua etimologia, significa scrivere con la luce. L’occhio del fotografo, cogliendo il mondo in forme, luci e ombre riscrive la realtà, percependone la sua essenza profonda. Le opere di Salgado sono racconti per immagini, siano esse raccolte in volumi o singoli scatti, talmente capaci di penetrare la natura umana da riportarne, sulla carta lucida, tutta la sua drammatica storia; i viaggi del fotografo, che sono il suo modo di vivere oltre che di lavorare, pagati personalmente con la lontananza dalla moglie e dai figli, sembrano essere una discesa negli inferi, visioni apocalittiche di guerre, esodi e genocidi. Le stragi, la fame, la follia, il genere umano costretto a confrontarsi con i limiti della propria specie, gli occhi di Salgado, ripresi da Wenders, sono specchi in cui ancora si scorgono i riflessi di tutto quello che ha visto, non il fotografo, ma l’uomo. E il documentario di Wenders è un ritratto umanista, interessato più alla scoperta della persona che alle tecniche del suo lavoro, la voce di Salgado racconta le sue esperienze, come si è accostato alla fotografia, la scelta coraggiosa di lasciare il lavoro precedente e iniziare ogni cosa da capo, accompagnato con coraggio dalla moglie, i viaggi lunghi anni e gli anni che vanno a comporre il ciclo di una vita, dove, in molti casi, l’inizio coincide con la fine. E Salgado si ritrova di nuovo nella fazenda del padre, ormai morto, una terra un tempo rigogliosa, diventata secca e arida, come l’anima del fotografo, che dopo aver toccato il fondo si è ammalata e la sua cura, la sua guarigione sarà proprio legata a quella terra, farla vivere di nuovo, piantare alberi, vedere i germogli nascere e crescere, così le emozioni, i sentimenti devono trovare un terreno fertile per sbocciare e diventare qualcosa di meraviglioso e l’anima di Salgado ritrova la gioia, la speranza, in un mondo in cui gli uomini si abbrutiscono nella loro incontrollabile violenza, la natura ci ricorda i suoi tempi e i suoi insegnamenti. La sua luce, le sue ombre e le sue forme. Non più racchiusi in una cornice, ma ovunque intorno a noi.
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