Regia di Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado vedi scheda film
Il mondo attraverso lo sguardo di Sebastião Salgado, fotografo delle minoranze, delle difficoltà, degli angoli di umanità costretti a vivere allo stremo delle proprie forze. Dai primi scatti in Niger del 1973 ai continui ritorni all’amato Brasile, passando per la Papua Nuova Guinea, l’Etiopia, il Kuwait e la regione del Sahel, Salgado illumina le ombre di vite impossibili in contesti estremi tanto nella loro condizione, quanto nella muta immensità dei loro paesaggi. Seguendo il rigore cronologico dei viaggi dell’artista attraverso i continenti, il racconto documentario adotta tre punti di vista attestati da altrettante voci narranti: quello soggettivo, affidato allo stesso Salgado; quello interno, restituito dal di lui figlio maggiore Juliano Ribeiro; quello esterno, preso in carico da Wenders e da una macchina da presa che compie una passo indietro a beneficio della fotografia e del ritratto umano dell’artista brasiliano, ora sovrapposto frontalmente alla sua creazione, ora colto al cospetto di quest’ultima come in un dialogo, ora inserito in un quadro che, da immobile, si anima nella sovrapposizione vertiginosa tra medium fotografico e filmico. Salgado è i suoi scatti, tra i quali contempliamo il commovente ritratto di una Tuareg cieca o lo sconvolgente cadavere disidratato di un uomo nel Sahel. Ma è anche l’ecologismo attivo, la narrazione politica, lo sguardo anticapitalista. Al centro del suo mondo l’uomo, «il sale della terra», immortalato nella fotogenia della sua sofferenza.
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