Regia di Marcello Fondato vedi scheda film
Questo è il primo film diretto da Fondato, fino ad allora sceneggiatore (La ragazza di Bube e Tutti a casa di Comencini, per dire i due probabilmente più noti) e passata ampiamente la quarantina; scrive insieme a Flaiano una storia pregna di impegno civile e critica alla borghesia, ma che non ha comunque alcuna pietà o tantomeno rivolge un atteggiamento compiacente al bandito sardo ed alla sua situazione drammatica. Il finale è tragico quanto basta, le musiche sono quasi del tutto assenti (il che non aiuta a seguire la storia), la narrazione è lenta; perlomeno il cast è ben assortito, anche se nè Sorel, nè Castel o la Koscina fanno la differenza. Lo slancio critico per questi motivi non sortisce l'effetto sperato ed il film non decolla mai.
Alcuni borghesucci si recano presso un bandito latitante sardo, scoperto che accetta visite dietro sostanzioso compenso. Bendati, arrivano al covo e sentono spiegare le ragioni del suo comportamente dal bandito stesso; ma arriva anche la polizia e comincia una sparatoria.
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