Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Scontate le ellissi rispetto al fluviale capolavoro del Manzoni, il film di Camerini è un valido veicolo per riassumere le vicende narrate nel romanzo e per dare un volto a personaggi ormai entrati nel sapere comune di tanta gente, come Don Abbondio, Don Rodrigo, la Monaca di Monza, l'Innominato, Azzeccagarbugli, la Perpetua e così via. Mancano, per fare un paio di esempi, le storie passate di fra Cristoforo e della Monaca di Monza, ma in compenso viene resa bene la Milano dei tumulti per il pane e dell'epidemia di peste. Nei personaggi di fra Cristoforo e del cardinale Borromeo s'indulge fin troppo a un cattolicesimo che più che manzoniano sembra figlio del compromesso raggiunto tra la Chiesa romana e il regime fascista, con il concordato del 1929. E proprio il personaggio di fra Cristoforo, affidato al bravo attore spagnolo Luis Hurtado, mi sembra quello meno riuscito, troppo melenso e poco vigoroso rispetto al religioso penitente ma indomito descritto dal Manzoni.
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