Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film
Parte a razzo e si affloscia su un mix di grandguingol, trovate circensi, freak show, humour nero, grottesco spinto e fantahorror parodistico in stile b-movie l'ennesimo film del Cassano del cinema, il regista che ha sempre a disposizione la giocata geniale ma che il più delle volte spreca il gol a porta vuota per eccesso di virtuosismo, nemmeno fosse Egidio Calloni. Stavolta lo spunto è una rapina in un "Compro oro" che viene messa a segno da alcuni padri che arrivano a stento a fine mese perché costretti a passare alimenti troppo consistenti alle rispettive ex-mogli. Il piano non va secondo le previsioni e i tre sono costretti a scappare, con il figlioletto di uno di loro al seguito, verso una località chiamata Zugarramurdi, popolata da streghe vendicative che stanno aspettando l'arrivo dell'Eletto per consentire il ritorno della Grande Madre.
L'idea della rapina realizzata dalle statue viventi (un Cristo con la croce, un soldatino di plastica, una Minnie, Spongebob e l'uomo invisibile), in mezzo al caos cittadino, è perfettamente indovinata, così come quella di inserire i faccioni di Margaret Thatcher e Angela Merkel nella raccolta di immagini della stregoneria che accompagnano i titoli di testa. Ma il transito verso il sabba finale con la grande madre (un'orrenda cicciona nuda e deforme con dei seni enormi) non si discosta dal più banale road movie con inserti finalizzati a far uscire lo spettatore dalla narcosi, i contenuti sulla guerra dei sessi (uomini massacrati dal diritto uxorio versus donne parafemministe) sono risibili e pretestuosi e gli effetti speciali sono di terza mano. Nonostante gli 8 premi Goya ricevuti (gli Oscar spagnoli), per il regista basco di La comunidad, Crimen perfecto e Ballata dell'odio e dell'amore si tratta del passo falso più clamoroso.
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