Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film
Uomo in cerca dell’affidamento congiunto del pargolo, negato dalla moglie tiranna, rapina banca travestito da Cristo. I suoi compari lo seguono a ruota, sotto le mentite spoglie di Minnie, SpongeBob e un soldatino di piombo. L’obiettivo? Gli anelli nuziali custoditi da un “compro oro”, per saldare fin dall’incipit i due sottotesti sociali srotolati da De la Iglesia lungo questa sarabanda grandguignolesca, grottesca, circense e naïf, a cavallo tra il freak show e 2000 Maniacs, Mario Bava e Mel Brooks, Rob Zombie, Jodorowsky e la commedia demenziale. A un immaginario iconografico vivo ma derivativo fanno da sponda i citati sottotesti. Da una parte, l’attacco iniziale al simbolo del ricatto capitalista da nuovo millennio, compiuto dal simbolo di un cristianesimo sempre più in crisi identitaria. Dall’altra, l’inversione degli stereotipi di genere, in un viaggio compiuto da quattro superstiti cui le donne hanno distrutto la vita, protette dal femminismo legislativo sull’affidamento e sugli alimenti e ulteriormente incoraggiate da uomini divenuti idioti. Il viaggio termina a Zugarramurdi, pueblo tra i Paesi Baschi e la Navarra che fu teatro di pagine ributtanti dell’Inquisizione. Qui l’iperbole grottesca si compie: streghe machiste predicano coprofagia, abuso di droghe e fist fucking invocando la Grande madre in un sabba orgiastico per nulla liberatorio. Mentre i maschi, incatenati, stanno a guardare interdetti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta