Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film
Il basco De La Iglesia è il classico talento sprecato. E' come quei calciatori che ogni tanto hanno grandi colpi di genio, paiono destinati a una grande carriera e poi falliscono miseramente. Per chi conosce un po' il calcio, è il Recoba o il Gascoigne del cinema mondiale. Il suo capolavoro, a mio parere, rimane "Ballata Dell'Odio e Dell'Amore", film importante, seppur grondante della sua incontenibile ricerca visiva. Quest'ultimo lavoro lo cala ancor più nel grottesco, con una commedia nera, infarcita di streghe, qualche spruzzo di sangue, battute che forse fanno ridere solo gli spagnoli e qualche frecciata politica qui e là, il tutto frullato in un ipertrofico calderone come se fosse il suo personale sabba. A dire il vero ha un inizio splendido, la sequenza della rapina al Compro Oro, bell'idea, con i banditi vestiti da SpongeBob, Gesù Cristo o Uomo Invisibile, è girata benissimo, è tesa, divertente e politica. Poi tutto crolla all'improvviso, gira a vuoto per minuti e minuti, anche se qualche sequenza culto c'è, fino all'incredibile mezz'ora finale, che è la vera eiaculazione di De La Iglesia, un orgasmo sabbatico sconclusionato, posticcio, fra Maciste, King Kong e "Da Mezzanotte All'Alba". I rimandi, in effetti, in questo film sono molteplici. Chissà, qualcuno si può anche divertire, forse sono io che non ho più l'età per queste cose, ma questo film è bluff e un puro divertimento del regista. Comunque si vedono delle tette molto molto molto grosse. Ma non basta.
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