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Le streghe son tornate

Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le streghe son tornate

di laulilla
5 stelle

Se non fosse per il ritmo veloce e incalzante della prima mezz’ora, in cui è riconoscibile l’invenzione originale del regista, nonché il suo gusto per il grottesco, il film si ridurrebbe a una modesta narrazione “pulp” poco interessante, nonostante la bravura degli attori, fra i quali, sopra gli altri, si distingue l’almodovariana Carmen Maura.

 

È di Alex de la Iglesia, Las brujas de Zugarramurdi, ovvero in italiano  Le streghe son tornate, titolo che riprende, in rima, la prima parte di un vecchio slogan femminista: Maschi, tremate!

Tutte quante le donne, rappresentate nel film secondo i più triti luoghi comuni misogini, hanno caratteristiche che le accomunano alle streghe mangiatrici di uomini, pazze fanatiche e cattive, capaci di sottomettere anche i maschi più valorosi e coraggiosi con le loro arti seduttive e malefiche. Non esistono distinzioni fra le orribili streghe pluricentenarie che erano riparate nella foresta basca fitta e misteriosa di Zugarramurdi per sfuggire alla persecuzione spietata dei secoli bui, e tutte le donne di oggi che, pur non possedendo segreti magici o sciamanici, e pur arrabattandosi per conciliare il lavoro con gli affetti, sono accusate di torturare gli uomini sadicamente, dapprima con le lusinghe della femminilità, poi con le coercizioni violente del ricatto sentimentale e, infine, impadronendosi dei figli, in modo da assicurare a tutti, mariti, compagni e fidanzati, indistintamente, infelicità, disperazione e vita infernale.


Ne scaturisce la rappresentazione di una demenziale guerra dei sessi, in cui splatter, cannibalismo e zombies creano un cumulo banalmente spettacolare di effettacci “gotici” e prolungano noiosamente un film che, pure, era iniziato bene.
Belle e divertenti sono, infatti, le prime scene della pellicola, nelle quali il regista, con uno scatto d'immaginazione e con riprese veloci e concitate, racconta di una rapina condotta sgangheratamente da un poveretto, che, col volto dorato, le sembianze di Cristo e, con tanto di  corona di spine e perizoma, si aggira - passando inosservato! - per le strade di Madrid, armato, portandosi appresso il figlioletto, fino a raggiungere la Puerta del Sol, dove insieme a un complice e ad alcuni “pali”, a loro volta grottescamente abbigliati, svaligerà un negozio “Compro-Oro”, ricavandone un borsone pieno di migliaia di fedi nuziali.

Nella fuga rocambolesca verso la Francia e Disneyland, il povero Cristo, il piccino e i ladroni conquisteranno la solidarietà misogina del taxista e del suo passeggero, che dopo aver a loro volta riconosciuto nella presenza femminile l’origine di ogni loro guaio, decideranno di unirsi a loro. Passando dal villaggio di Zugarramurdi, avverrà, appunto, l’incontro–scontro col popolo delle streghe, pronte a sbranarli.

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