Regia di Uberto Pasolini vedi scheda film
E' un film che ci avvicina con molta delicatezza a tutte quelle persone che vivono e soprattutto muoiono in solitudine, senza essere ricordati o rimpianti da nessuno.
La vicenda ruota attorno alla figura di un - mi pare - quarantaquattrenne, ordinato e meticoloso, anche lui un tipo solitario, che ha trascorso metà della sua vita svolgendo, per conto di un municipio inglese, questa strana occupazione: intervenire dove ci siano morti che vivevano da soli, per rintracciare loro parenti o conoscenti ed organizzare loro un dignitoso funerale, quale che sia la loro religione. Col risultato che spesso, o quasi sempre, pur investigando scrupolosamente dai pochi indizi che riesce a ricavare dai loro effetti personali o ricordi, alla fine egli è l'unico a partecipare alla loro cerimonia funebre (di cui scrive anche un discorsetto commemorativo).
Metodico ed, a suo modo, affettuoso con questi defunti senza famiglia e senza affetti, un giorno la sua vita cambia all'improvviso per tre fatti quasi simultanei.
1. Perde il lavoro, perché per motivi economici la funzione da lui svolta non viene più ritenuta importante.
2. Finalmente, riesce ad organizzare un funerale davvero bello e sentito, con parecchie persone, per l'ultimo dei suoi "casi"; e in questo nasce quasi anche l'amore con la figlia del defunto.
3. Succede che ... Non ve lo dico ma ve lo lascio immaginare, In fondo anche lui era un tipo solitario, e il destino di ognuno di noi è dietro l'angolo.
Film bello e benissimo interpretato, lo consiglio.
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