Regia di Uberto Pasolini vedi scheda film
L'italo-britannico Uberto Pasolini dirige un insolito dramma su un impiegato del Municipio londinese che svolge un insolito lavoro: deve rintracciare parenti e conoscenti di persone morte in solitudine per convincerli a partecipare al loro funerale. Il signor May cercherà di fare tutto il possibile per convincere i parenti di un certo Billy Stoke a partecipare alla cerimonia, ma un destino imprevedibile scombinera' i suoi progetti.
È un film tematicamente arduo perché affronta il tema della solitudine di fronte alla morte, alquanto sgradito al pubblico mainstream, girato con uno stile minimalista che sembra agli antipodi delle produzioni più commerciali. La scommessa di Pasolini risulta parzialmente vinta soprattutto grazie alla capacità di valorizzare ambientazioni urbane ed extra-urbane inedite in immagini che hanno sempre un loro connotato figurativo interessante; a questo si può aggiungere l'ottima prova di Eddie Marsan, caratterista promosso a protagonista che interpreta il suo
omino ligio al dovere ma ancor più solo dei "suoi" morti con una commovente carica di dignità umana, in maniera sobria e convincente. In quanto a commozione, però, Pasolini nella seconda parte indulge in un certo patetismo a tratti troppo sottolineato che toglie forza di persuasione al film, ben evidenziato nell'ultima inquadratura, che però preferisco non rivelare. È un film coraggioso per l'argomento, controcorrente, ma la realizzazione non è priva di incertezze. Fra gli altri interpreti, tutti volti poco conosciuti, mi è piaciuta in particolare l'attrice che interpreta la figlia di Stoke, Joanne Froggatt, dal volto grazioso ed espressivo.
Voto 7/10
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