Trama
Durante le fasi finali della Seconda guerra mondiale, la gente nelle grandi città europee è in balia delle incursioni aeree e della morte per fame. Una giovane madre disperata lascia i due figli gemelli tredicenni in campagna in casa della nonna alcolizzata e crudele. Chiamata dagli abitanti la strega per aver avvelenato il marito tempo prima, la donna cresce i ragazzi in un ambiente disumano e assurdo dove per loro l'unica risorsa per sopravvivere è quella di imparare a diventare insensibili e spietati. Per fortificare corpo e spirito, i due fratelli iniziano a leggere la Bibbia, a imparare le lingue straniere e a praticare esercizi di resistenza, tenendo le mani sul fuoco, tagliandosi con un coltello e imparando a non sentire gli insulti. Inoltre, tengono anche un dettagliato diario sugli eventi di guerra di cui sono testimoni, un testo in cui ogni parola è deprivata di carica emotiva e di valutazioni soggettive.
Approfondimento
IL GRANDE QUADERNO: ADATTAMENTO DI UN ROMANZO
Il grande quaderno è l'adattamento del best seller mondiale Il grande quaderno, pubblicato nel 1986 dalla scrittrice ungherese naturalizzata svizzera Ágota Kristóf. Scritto in francese, il romanzo in breve tempo divenne un caso letterario e venne tradotto in più di trenta lingue, guadagnandosi il riconoscimento di "Livre European", il premio europeo per la letteratura francese, e vincendo nel 2001 il Premio Gottfried Keller in Svezia e il Premio di Stato austriaco per la letteratura europea nel 2008.
UN DRAMMA CONTRO LA GUERRA
Il grande quaderno, diretto dal regista ungherese János Szász, è un dramma postmoderno contro la guerra e si prefigura come una parabola sugli effetti che i conflitti genera nei bambini, descrivendo intensamente la miseria di intere popolazioni dell'Europa dell'Est. Con la direzione della fotografia nelle mani del candidato all'Oscar Christian Berger (Il nastro bianco), Il grande quaderno è sorretto dall'interpretazione dei giovanissimi fratelli László e András Gyémánt, protagonisti nei panni dei gemelli Egyik e Masik Iker, e conta sulla partecipazione di Piroska Molnár nei panni della loro nonna Nagyanya, di Ulrich Thomsen (è l'ufficiale Tiszt), di Ulrich Matthes e Gyöngyver Bognar (rispettivamente Apa e Anya, il padre e la madre dei fratelli) e di Orsolya Tóth (è Labbro Leporino, una ragazza con il labbro leporino che vive della carità altrui).
DUE CORPI E UNA SOLA ANIMA
Secondo le parole del regista, Il grande quaderno è «un film di guerra senza una guerra, una storia di bambini innocenti e al tempo stesso crudeli: due precoci adolescenti che si trasformano in assassini. Nonostante abbiano due corpi distinti, Egyik e Masik hanno solo un'anima e una volontà, parlano allo stesso modo, concludono l'uno le frasi dell'altro e sono sempre sulla stessa lunghezza d'onda. Quando uno dei due pensa a qualcosa, l'altro lo mette in pratica e per loro uccidere non è altro che un atto di giustizia».
Note
János Szász segue con puntiglio la trama di Il grande quaderno, primo capitolo della mirabile Trilogia della città di K. di Ágota Kristóf, ma qualcosa resta tra le pagine, nell’impossibilità di replicare la voce, insieme atroce e innocente, dei due protagonisti. Se nella prima parte il film trova più di un’intuizione felice, nell’accostare un immaginario da fiaba alla desolazione del conflitto, l’animazione artigianale degli appunti sul quaderno a uno scarno realismo d’ambiente, poi il grottesco prende il sopravvento e sbanda nel mélo fuori luogo, la narrazione procede per frammenti sensazionalistici più che per necessarie provocazioni. Rimane il disagio efficacemente costruito nell’incipit, ma come sbiadito, spento.
Trailer
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Commenti (2) vedi tutti
Dalla Trilogia della città di K della scrittrice ungherese naturalizzata svizzera Ágota Kristóf (1935-2011), la cui prima parte - dal titolo Il grande quaderno - racconta la vicenda che ha ispirato questo film*.
leggi la recensione completa di laulillaUn racconto di formazione con la guerra e la persecuzione nazista solo come sfondo.
leggi la recensione completa di ezio