Regia di Nikolaus Stein von Kamienski vedi scheda film
Non nutrivo grandi aspettative su questo "Rommel" (il secondo dopo quello di Hathaway del 1951) del tedesco Niki Stein se non per il nome del protagonista, quel Ulrich Tukur che già avevo avuto modo di apprezzare, seppur in un ruolo marginale, in alcune opere che però marginali non sono: "Le Vite degli Altri" di Henckel , "Il Nastro Bianco" di Haneke e, in questo caso protagonista, "John Rabe" di Gallenbergher.
Con questo lavoro il regista tedesco tenta di illuminarci sulle vicissitudini del feldmaresciallo il quale, dopo il rientro dall'Afrikakorps (dove, distinguendosi sul campo era divenuto ormai un eroe nazionale meritandosi il famoso appellativo di "volpe del deserto”), viene prima incaricato da Hitler di dirigere le operazioni in difesa del "Vallo Atlantico" (cioè contrastare l'eventuale sbarco degli alleati nel nord della Francia) e poi, accusato di complottismo, “condannato” al suicidio per il suo presunto coinvolgimento nell'Operazione Valchiria.
Purtroppo il "Rommel" di Stein non convince più di tanto, parrebbe eccessivamente benevolo e accomodante rispetto al Rommel storico. Questo era noto per caparbietà e testardaggine nel portare a termine i suoi propositi cambiando strategia sul campo senza preavviso e contravvenendo più di una volta ai superiori (causa questa di frequenti problemi agli Alleati nonostante la loro possibilità, dopo il successo del matematico inglese Alan Turing, di decriptare i messaggi della macchina tedesca Enigma) . La sceneggiatura dimostra i suoi limiti con dialoghi non sempre convincenti e talvolta poco realistici; altresì la figura dello stesso Hitler, pur limitata a poche sequenze, non è molto credibile e lontana anni luce dall'Hitler di Bruno Ganz in "La Caduta" o di Bamberg in "Operazione Valchiria".
La scenografia non ha richiesto sicuramente forti budget, dello sbarco in Normandia da parte degli Alleati non si vede praticamente nulla, e buona parte delle sequenze d’azione sono ricavate da filmati storici originali. Non mancano scene eccessive e inverosimili sul tipo del soldato che decide di suicidarsi con un colpo di pistola alla tempia dopo essersi ritrovato ancora in vita nonostante il ventre, gambe comprese, si trovi a un paio di metri da testa e busto.
In breve, seppur quest'opera di Niki Stein evidenzi una superficialità da classico tv movie con una fotografia non sempre ottimale - comprese le luci costantemente eccessive nelle scene in interni o notturne - non mi sentirei di sconsigliarne la visione qualora si abbiano un paio d’ore libere e nulla di più appetibile a disposizione. A favore rimane l’indubbia valenza dei film attinenti il filone storico, in questo caso la storia recente, di cui non possiamo negare l’importanza in particolare per le nuove generazioni sempre più spesso lontane dall’argomento. L’ultima parte del film è sicuramente la più riuscita, e il coinvolgimento di Rommel con il complotto di Von Stauffenberg - allo scopo di eliminare il fuhrer con un attentato nella Tana del Lupo - viene proposto in modo accettabile, come pure la sequenza della “proposta indecentemente ipocrita” ma realisticamente opportuna del suicidio seguito dai funerali di stato, stimolando così l’eventuale visione di altri lavori sul tema (es Operazione Valchiria), oppure letture altrettanto consigliabili in merito a quest'uomo che aveva saputo meritarsi la fiducia non solo dei suoi militari, ma altresì la stima (caso unico) dei generali alleati Patton e Montgomery, nonché di Winston Churchill in persona.
In linea con queste ultime considerazioni opterei per una valutazione senza lode e senza infamia tradotta in un salomonico numero di due stelle e mezza.
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